cambiamenti climatici El Niño

Cambiamenti climatici, come adattarsi ai cambiamenti climatici in edilizia e come prevedere dinamiche diverse per i cantieri

El Niño è un fenomeno meteorologico e climatico che coinvolge l’Oceano Pacifico ed è parte del ciclo chiamato ENSO (El Niño-Southern Oscillation). Si manifesta a intervalli irregolari, di solito ogni 2-7 anni e può durare alcuni mesi. El Niño è caratterizzato da un riscaldamento anomalo delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico tropicale e ha impatti significativi sul clima in tutto il mondo.

Gli effetti di El Niño sull’Europa e sul resto del mondo possono essere variabili, ma generalmente includono:

  1. Europa: Durante gli eventi di El Niño, l’Europa occidentale tende ad essere più calda e secca del normale, con un aumento della probabilità di periodi di siccità estesa. D’altro canto, l’Europa meridionale e orientale può sperimentare precipitazioni più abbondanti del normale.
  2. Resto del mondo: Gli effetti di El Niño si estendono su scala globale e possono portare a condizioni climatiche anomale in diverse parti del mondo. Ad esempio, eventi di El Niño possono essere associati a forti piogge e inondazioni nel Sud America, siccità nell’Africa orientale e meridionale, e aumento dell’attività degli uragani nell’Oceano Atlantico.

In relazione al “riscaldamento globale”, è importante comprendere che El Niño e il cambiamento climatico sono due fenomeni distinti, ma possono interagire. Il riscaldamento globale è il risultato dell’aumento delle emissioni di gas serra nell’atmosfera, causato principalmente dall’attività umana, come la combustione di combustibili fossili.

El Niño può influenzare temporaneamente i modelli climatici globali, ma il riscaldamento globale rappresenta una tendenza a lungo termine verso temperature medie più elevate su scala globale. In altre parole, il riscaldamento globale può influenzare la frequenza e l’intensità degli eventi di El Niño, ma rimane il principale driver del cambiamento climatico a lungo termine.

CAMBIAMENTI CLIMATICI ED INFLUENZA SU ATTIVITA’ EDILIZIA.

La logica impone l’apertura di un cantiere attorno al mese di Marzo. Si sconsiglia l’apertura di un cantiere nel mesi pre-autunnali o autunnali, perché pioggia e neve rallentano tutto, dal trasporti ed i rischi di approvvigionamento energetico, ad una serie di altri aspetti legati all’assemblaggio dei materiali. Sapere in anticipo se scaverete sul vostro terreno sul fango melma ed argilla, con mezzi che si muovono più lentamente oppure su terreno asciutto, con un clima favorevole, significa ridurre tempistiche e costi. Ora sappiamo che il 2023 è  uno degli anni di El Nino, di conseguenza sapete che le probabilità che si manifesti ancora sono tra il 2025, 2028, 2030. Stabilire un modello statistico segnando sul calendario annuale quello che è successo vi consente di sapere prima, di chi non conosce questi fenomeni, cosa fare e come predisporre la pianificazione coordinata.

A memoria, ricordiamoci che vi è stato un fenomeno di siccità nel 2002/2003 , ma lo storico delle alluvioni a cui possiamo ipotizzare  una associazione con El Nino disposte dal CNR , potrebbe chiarirci molti aspetti. Ecco l’elenco secondo il CNR.

INTERVALLO 2 ANNI

22/10/1951 – Calabria – 68 MORTI
14/11/1951 – Polesine – 101 MORTI
19/09/1953 – Provincia di Genova – 10 MORTI
DURATA PER UN INTERO ANNO E CONTINUITA TRA IL 1953.54
21/10/1953 – Provincia di Reggio Calabria – 101 MORTI
25-26/10/1954 – Provincia di Salerno – 325 MORTI
CICLO DI 5 ANNI
05/09/1959 – Ancona – 10 MORTI
23-25/10/1959 – Zona del Metapontino – 12 MORTI
CICLO DI 7 ANNI
04/11/1966 – Italia nord-orientale – 87 MORTI
04/11/1966 – Toscana e Firenze – 47 MORTI
03/11/1968 – Biellese – 83 MORTI
CICLO DI 2 ANNI
07/10/1970 – Genova e provincia – 48 MORTI
CICLO DI 6-8 ANNI
05/11/1976 – Trapani – 18 MORTI
09/08/1978 – Val d’Ossola – 19 MORTI
LUNGO CICLO DI 9 ANNI
18/07/1987 – Valtellina – 23 MORTI
28/07/1987 – Val Pola – 28 MORTI
CICLO DI 7 ANNI
06/11/1994 – Piemonte – 71 MORTI
CICLO CORTO DI 2 ANNI
19/06/1996 – Versilia e Garfagnana – 14 MORTI
05/05/1998 – Sarno – 160 MORTI
10/09/2000 – Soverato – 13 MORTI
13-16/10/2000 – Italia nord-occidentale – 23 MORTI
CICLO DI 9 ANNI.
01/10/2009 – Provincie di Messina – 37 MORTI
CICLO DI 2 ANNI
25/10/2011 – Lunigiana e Cinque Terre – 13 MORTI
04/11/2011 – Genova – 6 MORTI
18/11/2013 – Sardegna – 18 MORTI
CICLO DI 4 ANNI
10/09/2017 – Livorno – 8 MORTI
19/08/2018 – Forra del Raganello – 10 MORTI
03/11/2018 – Provincia di Palermo – 13 MORTI
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Calcolare una certa ciclicità sembra un’ impresa ardua, Inoltre non è detto che una alluvione dipenda da EL NINO. Di conseguenza è meglio equipaggiarsi per una costante presenza di tali fenomeni, un po’ come è per i britannici. Nessun britannico esce di casa senza ombrello, nessun gallese si aspetta una intera giornata di sole senza pioggia. Occorre attrezzare la nostre città ed i nostri territori, sulla base dei modelli di adattabilità e ciclicità di specifici fenomeni, Come organizzare le città, i piani regolatori ed i piani di governo del territorio? Ascoltare la natura e ripensare all’insediamento umano come città estesa.
Per monitorare il fenomeno di El Niño, gli scienziati utilizzano una serie di indicatori, tra cui la temperatura dell’acqua, la pressione atmosferica e l’intensità dei venti. Tuttavia, nonostante gli sforzi di monitoraggio e previsione, gli eventi di El Niño rimangono difficili da prevedere con precisione e possono causare danni significativi in molte parti del mondo.
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Ma chi sono i maggiori scienziati che hanno studiato El Nino ?!

Il fenomeno di El Niño è stato oggetto di studio da parte di numerosi scienziati nel corso degli anni, e molti di loro hanno contribuito in modo significativo alla comprensione del fenomeno e alla sua previsione. Ecco alcuni dei nomi più importanti:

Sir Gilbert Walker: un meteorologo britannico che negli anni ’20 del XX secolo ha introdotto il concetto di oscillazione del Sud Pacifico (Southern Oscillation) e ha notato la relazione tra la pressione atmosferica nell’Oceano Pacifico e le piogge in India. Questa relazione è stata poi approfondita da altri scienziati e ha portato alla scoperta del fenomeno di El Niño.

Jacob Bjerknes: un meteorologo norvegese-americano che negli anni ’60 ha sviluppato una teoria sulla dinamica dell’atmosfera e dell’oceano nell’Oceano Pacifico che ha fornito una spiegazione della relazione tra l’oscillazione del Sud Pacifico e El Niño.

Mark Cane e Stephen Zebiak: due scienziati americani che negli anni ’80 hanno sviluppato un modello matematico per la previsione del fenomeno di El Niño, chiamato ENSO (El Niño-Southern Oscillation) Prediction Model. Questo modello ha permesso di fare previsioni con una precisione significativamente maggiore rispetto ai metodi precedenti.

Klaus Wyrtki: un oceanografo tedesco che negli anni ’70 ha condotto una serie di studi sull’Oceano Pacifico e ha scoperto l’esistenza di correnti oceaniche tropicali che contribuiscono alla formazione di El Niño.

Michael McPhaden: un oceanografo americano che ha contribuito allo sviluppo di una rete di boe oceaniche per il monitoraggio delle temperature dell’acqua nell’Oceano Pacifico, che ha permesso di migliorare la previsione degli eventi di El Niño.

Molti di questi scienziati hanno scritto articoli scientifici e libri sul fenomeno di El Niño e sulle loro ricerche, tra cui

“The Southern Oscillation and the El Niño” di Gilbert Walker e

“Dynamics of Large-Scale Ocean Circulation” di Jacob Bjerknes.

 

MA COME FUNZIONA EL NINO?

Il riscaldamento dell’oceano pacifico influisce sulla struttura atmosferica che è suddivisa in “fasce”.

Le celle di Hadley sono un importante meccanismo di circolazione atmosferica che si verifica a bassa latitudine sulla Terra. Durante il normale funzionamento delle celle di Hadley, l’aria calda e umida si alza all’equatore, si sposta verso i tropici ad alta quota, si raffredda e si asciuga, quindi scende verso il suolo a circa 30 gradi di latitudine, creando un’area di alta pressione atmosferica. Questa area di alta pressione atmosferica è nota come anticiclone subtropicale e in genere porta a tempo stabile e asciutto, come ad esempio le condizioni tipiche del deserto subtropicale.

Tuttavia, durante gli eventi di El Niño, il comportamento delle celle di Hadley può essere perturbato. Quando le acque dell’Oceano Pacifico equatoriale si riscaldano durante un evento di El Niño, l’aria sopra queste acque calde diventa instabile e si alza, creando una zona di bassa pressione atmosferica. Questo a sua volta può influenzare le correnti di aria e la circolazione atmosferica a livello globale, comprese le celle di Hadley.

In particolare, durante un evento di El Niño, l’anticiclone subtropicale può spostarsi verso ovest, verso l’Oceano Indiano, e questo può portare a un aumento delle precipitazioni in alcune parti del mondo, come ad esempio in Indonesia e in Australia. Inoltre, durante i forti eventi di El Niño, l’anticiclone subtropicale può indebolirsi o addirittura scomparire, causando un aumento delle precipitazioni anche in altre parti del mondo, come ad esempio in America centrale e meridionale.

LA FORZA DI CORIOLIS

La forza di Coriolis è   un effetto fisico che si verifica a causa della rotazione della Terra. Questo effetto fa sì che le masse d’aria in movimento a latitudini diverse siano deviate verso destra nell’emisfero nord e verso sinistra nell’emisfero sud. La forza di Coriolis è un fattore importante nella circolazione atmosferica e oceanica, e influenza la formazione di vortici come gli uragani e i cicloni tropicali.

Durante gli eventi di El Niño, la forza di Coriolis può influenzare la circolazione atmosferica nell’Oceano Pacifico e contribuire alla complessa interazione tra l’atmosfera e l’oceano che causa il fenomeno di El Niño. Tuttavia, la forza di Coriolis non è direttamente legata al fenomeno di El Niño, ma è un fenomeno fisico che si verifica costantemente sulla Terra.

 

Ecco uno schema grafico che non abbiamo fatto noi ma appartiene ad un altro sito internet specializzato in meteorologia che descrive il funzionamento della struttura climatica del pianeta terra, che può subire alterazioni per riscaldamenti dovuti a diversi fattori , dal potenziamento dell’effetto serra, causato da fenomeni naturali come un aumento dell’attività vulcanica dall’attività dell’uomo e da numerosi altri fattori come il potenziamento dell’attività solare.

celle di hadley e forza di coriolis - riscaldamento globale struttura del clima planetario
celle di hadley e forza di coriolis – riscaldamento globale struttura del clima planetario cambiamenti climatici

 

Questo fa capire che  cosa è cambiamento climatico.   La struttura del clima terrestre è sempre la stessa dalla configurazione continentale e degli oceani, ergo circa 200 milioni di anni fa. Periodo in cui dalla Pangea si sono formati i continenti. Esiste il cambiamento dei dati relativi alla medesima struttura del clima.  La  Forza di Coriolis non può arrestarsi  perché dipende dalla rotazione terrestre, le celle di Hadley non possono scomparire  almeno fino a quando la Terra possiederà un campo magnetico ed una forza gravitazionale. Potrebbero accadere delle mutazioni sulle principali correnti marine, della medesima struttura climatica.

Questo dato è importante per non  essere condizionati da chi strumentalizza questi argomenti per accattonaggio elettorale. I fenomeni occorre conoscerli o quanto meno occorre informarsi. Non è necessario essere esperti dei vari settori è sufficiente informarsi, per poter affrontare  una discussione quanto meno sul micro clima.  Sapere come funziona la struttura globale del clima ci aiuta a prevedere e progettare edifici che ascoltano questo andamento.

 

alberto mei rossi Milano 25 Luglio 2023 –

 

Fonti:

Una fonte assolutamente interessante da cui ho tratto spunto per costruire questo articolo ma poi metterlo in rapporto alla progettazione architettonica è su instagram esattamente all’indirizzo  https://www.instagram.com/iamkangeon 

di : Mario Andrea Teti Geologia Planetaria-

BIBLIOGRAFIA :

 

1. “El Niño and the Southern Oscillation: Multiscale Variability and Global and Regional Impacts” di Henry F. Diaz e Vera Markgraf (Editori) – Questo libro fornisce una panoramica completa su El Niño e la sua oscillazione meridionale, concentrandosi sulle sue variazioni multiscale e sui suoi impatti globali e regionali.

2. “El Niño, La Niña, and the Southern Oscillation” di S. George Philander – Questo libro fornisce una guida dettagliata su El Niño e La Niña, concentrandosi sulla loro relazione con l’oscillazione meridionale e sulle loro conseguenze per il clima globale.

3. “The El Niño-Southern Oscillation Phenomenon” di Edward S. Sarachik e Mark A. Cane – Questo libro offre un’analisi completa del fenomeno El Niño-Oscillazione Meridionale, concentrandosi sulle sue cause, effetti e impatti sul clima globale.

4. “El Niño: Historical and Paleoclimatic Aspects of the Southern Oscillation” di Henry F. Diaz e Vera Markgraf (Editori) – Questo libro offre una prospettiva storica e paleoclimatica su El Niño e l’oscillazione meridionale, fornendo informazioni sul loro impatto sul clima nel corso dei secoli.

5. “El Niño and the Earth’s Climate: A Multidisciplinary Approach” di Robin Clarke – Questo libro offre un approccio multidisciplinare allo studio di El Niño e del suo impatto sul clima terrestre, concentrandosi sulla fisica, la chimica, la biologia e la geologia del fenomeno.

 

 

we furbacchione non scopiazzare le mie pagine furbastro

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