interior design Milano

Interior design Milano – verso il design su misura delle cucine, e ricordiamo che ” la forma segue sempre la funzione”

 

INDICE INFORMATIVO:

 

  • Interior Design Milano – Verso il design su misura delle cucine
  • La sezione esplora la storia dell’interior design milanese, iniziando con la secolarizzazione nell’Ottocento e la rivoluzione industriale.
  • Si menzionano nomi storici legati al design milanese e la connessione con le imprese che abbracciano le rivoluzioni architettoniche.
  • L’architettura diventa un medium di espressione della realtà, evidenziato dallo studio di Frank Lloyd Wright.
  • Introduzione di un servizio di progettazione online degli interni, in costante rinnovamento per seguire le onde dell’innovazione.
  • Citazione di Umberto Eco sul principio “la forma segue la funzione” e riflessioni sulla sua visione postmoderna.
  • Analisi critica delle affermazioni di Eco nell’ambito architettonico.
  • Collegamento a un blog che tratta la fine del design moderno secondo Umberto Eco.
  • Esplorazione delle trasformazioni di Milano durante la rivoluzione industriale attraverso diversi sottotitoli.
  • Analisi del progresso industriale e dell’industrial design a Milano.
  • Collegamenti a risorse esterne che approfondiscono l’impatto della rivoluzione industriale su Milano.
  • Discussione sull’origine del progetto “Interior Design Milano” e una breve critica all’uso del termine “interior.”
  • Collegamento a un modulo per iscriversi alle news e ricevere aggiornamenti.
  • Analisi della “questione abitativa” nell’era industriale secondo Friedrich Engels, con una traduzione di un passaggio chiave.
  • Connessione a una fonte della Treccani che fornisce una panoramica dell’interior design nel XXI secolo.
  • Invito a iscriversi per ottenere novità, aggiornamenti, e informazioni sulle dirette su Twitch.tv.

 

 

Questa sezione del portale espone con solennità la saga dell’interior design milanese, scandagliando dapprima gli aspetti intricati della secolarizzazione nell’Ottocento e della rivoluzione industriale, trascinata nella sua impetuosa corsa dalla rivoluzione francese. Si avventura, quindi, tra i nomi storici che tessono la trama del design meneghino, svelando la congiunzione sinuosa con le principali imprese che hanno abbracciato le rivoluzioni architettoniche con ardore.

L’architettura,  diviene il medium di espressione della realtà, un dialogo eloquente in cui lo spazio interno fonde la propria voce con quella del suo controcanto esterno. L’immagine di uno studio di Frank Lloyd Wright si erge quale esemplificazione di questa sinergia linguistica; un confronto con il suo spazio esterno rivelerebbe un coesistere armonico, dove il linguaggio adoperato è trasversale e unificante.

In termini più prosaici, si potrebbe affermare che i due elementi, tradotti nella lingua della piccola borghesia, giungono a un equilibrio, a una parità di dignità. Tuttavia, non si può trascurare il nesso che si dipana verso la sezione del sito dedicata all’offerta di un servizio di progettazione online degli interni, costantemente rinnovato nel suo impegno di seguire le onde dell’innovazione.

Il sito internet non è  una azienda ma semplicemente un terminale di divulgazione dell’architettura  con dei banner.  Altri servizi verranno attivati in forma automatica per chi si iscrive e riguarderanno informazioni su uscite editoriali, informazioni immobiliari, informazioni su consulenze di arredamento e nei banner trovate i  🛒 “consigli per gli acquisti di arredamento”.

 

 CITAZIONI CITABILI  UMBERTO ECO SU : LA FORMA NON SEGUE PIU LA FUNZIONE ?

Molto interessante questa digressione in cui si cita Umberto Eco, secondo cui pessimisticamente indica l’idea che il principio ” la forma segue la funziona” è ormai morta e cita anche il principio del Post Moderno cui lui  fu legato a doppio dal romanzo ” il nome della rosa” che anticipa una forma di post moderno, quella degli anni 80 dove , riprende l’architettura ottagonale che poco ha di medievale e molto di rinascimentale, di Castel Del Monte, nella forma della biblioteca del  monastero che plasma la storia  del romanzo stesso.  La trovate qui –

https://wilfingarchitettura.blogspot.com/2009/11/0035-speculazione-sulla-fine-del-design.html

ma come potrebbe accadere alcuni blog potrebbero spegnersi misteriosamente ed allora vale la pena citare la medesima citazione in questa pagina che non negando il sito archive.org potrebbe rimanere in eterno nel circolo delle fibre ottiche ed  oltrepassare  gli spazi siderali.

La citazione posta il 19 Novembre 2009 è la seguente

“Le forme postmoderne sono possibili non perchè si oppongono al design moderno né perchè si sono assoggettate a una idea deteriore del design, ma perché il design “buono”, in cui la forma segue e comunica la funzione, è morto”

Bene io credo che questa frase di  Umberto Eco sia stata una  “solenne affermazione che non mi trova del parere”, perché quel valore che  si fonda sulla natura è ancora valido e chi non lo rispetta finisce poi per realizzare immobili su un impluvio e vedersi i suoi clienti ammazzati da una slavina. La “funzione” non è solo l’uso per cui se ne fa o lo scopo per cui si fa un abitazione, ma il fatto stesso che rispecchia “la natura dello scopo” e la natura della motivazione alla costruzione. Umberto Eco dal punto di vista architettonico aveva lo stesso valore  mentale delle “supercazzole” di Tognazzi,  geniali  belle divertenti ma pur sempre “supercazzole”, perché da come aveva organizzato ” il suo monastero” emergeva una totale incompetenza sul piano architetturale, ma in quegli anni poteva darla a bere a chiunque tanto non c’era nessuno che verificasse la corretta configurazione di un convento le cui sproporziooni sono notevoli. Basta andare a tentare un ridisegno con qualsiasi programma di grafica per rendersi conto  della totale inconsistenza del progetto, sebbene condito con una proprietà di lingaggio e maestria letteraria, ovviamente da cui noi tutti impariamo ma  sul piano architetturale era appunto un “posto modernista” un creativo capriccioso e posticcio.

Ma per non essere dipendente da ciò che già esiste nella rete, e possedendo numerosi scritti di Eco, andremo a scartabellare altre sue affermazioni, non tanto sulla frase di Sullivan ( scuola di Chicago ) ne sulle sue riflessioni dedicate a Gregotti nell’ormai lontano 2009, un periodo ancora intriso di anni 90. Ma sceglieremo qualcosa tratto da un saggio epocale  che egli intitolò ” la definizione dell’arte” .

Il libro in merito all’argomento di quello che è interno , di quello che è lo spazio interno o della configurazione della forma è un continuo rimando ad altri testi e a frasi sconnesse con una abile forbitura di super cazzole intellettuali geniali ma, non scrive in cazzo!  Né  sulla definizione dell’arte né di altro. Una gigantesca super cazzola secolare. Il problema è che coloro che “lavorano” non hanno ne il tempo ne un editore per scrivere qualcosa di decente   sulla definizine dell’arte che del tema dello spazio interno. La forma formante di Pareyson poi è un abile fuffa di cui non mi trova di nessun parere logico di conferma. Come sia possibile che negli anni 80-90 ci siamo fatti prendere per il culo semplicemente dalla bella estetica del suo modo di scrivere ma che non contiene un emerito cazzo!

 

 

 

 

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TRASFORMAZIONI DI MILANO NEL’ALVEO DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE.

  1. 🏭 “L’impatto della rivoluzione industriale sulla trasformazione di Milano: Un’analisi storica”
  2. 🌇 “Milano: Il fulcro della rivoluzione industriale italiana”
  3. 🏭🏙️ “Dalla tessitura alla metropoli: Come la rivoluzione industriale ha modellato Milano”
  4. 🏗️ “La trasformazione urbana di Milano durante la rivoluzione industriale: Un’analisi dei cambiamenti strutturali”
  5. 👨‍🏭🏭 “Dal lavoro artigianale all’industria: Il ruolo di Milano nella rivoluzione industriale italiana

👨‍🏭🏭 “Dal lavoro artigianale all’industria: Il ruolo di Milano nella rivoluzione industriale italiana

        • A. 💡 “Definizione del progresso: L’evoluzione industriale e l’industrial design di Milano”
        • B. 🖌️ “Tra fabbriche e estetica: L’influenza dell’evoluzione industriale sull’industrial design di Milano”
        • C. 🏭🎨 “Dalla produzione di massa all’eleganza industriale: Il connubio tra evoluzione industriale e industrial design a Milano”
        • D. 🛋️ “L’arredamento della modernità: L’evoluzione industriale e l’industrial design a Milano”
        • E. 🌆✨ “L’evoluzione industriale di Milano riflessa nell’industrial design: Un viaggio nella città della creatività e dell’innovazione”
                  • 📁 Arredo interni cucine
                  • 📁 L’evoluzione del design delle cucine: Storia e tendenze
                  • 📁 L’elettrodomestico del futuro: Innovazioni per la cucina moderna
                  • 📁 Cucine smart: Tecnologia e design a servizio della funzionalità
                  • 📁 Materiali e finiture per il design delle cucine: Nuove prospettive estetiche
                  • 📁 Il ruolo dell’ergonomia nel design delle cucine: Comfort e praticità in cucina
                  • 📁 Cucine minimaliste: Essenzialità ed eleganza nel design contemporaneo
                  • 📁 Il design sostenibile nella cucina del futuro: Soluzioni eco-friendly per un’esperienza culinaria responsabile
                  • 📁 Cucine di design italiano: L’eccellenza artigianale nell’ambiente del lavoro in cucina dai ristoranti alle case.
                  • 📁 L’evoluzione delle isole cucina: Versatilità e convivialità nello spazio di lavoro del cuoco e dello chef.

 

Argomento di origine del progetto –  Interior design Milano –

Ricordiamo che il termine INTERIOR non è inglese è un superfluo   “inglicismo”, che definisce l’architettura di interni che assomiglia al termine “realtà interiore” quindi si connette con il concetto di interiorità che è di natura psicologica, ma dal  punto di vista etimologico non ha molto senso. Ma cosa dice la TRECCANI in tal proposito?  –

La locuzione interior design (o architettura degli interni, o arredamento) indica quell’attività che si occupa della qualità funzionale, estetica o tecnica degli spazi interni dell’architettura. Si tratta di un ambito di grande rilevanza sociale, che risponde a interessi culturali ed economici molto estesi.

 

 

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Studio di architettura interior design Milano

La connessione successiva è la seguente.

https://www.archiram.com/interior-design-milano/arredo-interni-cucine

 


  1. 🏭 “L’impatto della rivoluzione industriale sulla trasformazione di Milano: Un’analisi storica”

LA TRECCANI ( tra le più importanti autorità enciclopediche al mondo, esprime un esame attendo del processo secondo cui si attiva il design d’interni e l’interior design.

Fino al 18° sec., questa disciplina si era occupata soprattutto dell’assetto interno dei grandi palazzi e dei monumenti pubblici, dedicandosi a questioni d’immagine istituzionale più che a veri problemi di abitabilità. Fu con la Rivoluzione francese e soprattutto con l’inizio di quella industriale, e il conseguente sviluppo urbano derivato dalle migrazioni interne, che la cultura del progetto e la politica cominciarono a occuparsi della ‘questione delle abitazioni’ (dal titolo di un famoso saggio di Friedrich Engels, Zur Wohnungsfrage, 1872) come tema sociale di enorme rilevanza. La nascente architettura moderna prese le mosse proprio da questa realtà, cercando di dare una risposta positiva a una città industriale ormai fuori controllo e profondamente inospitale nella sua dimensione umana.

Possiamo estrare un frammento del libro di Engels e gli diamo questo titolo:

🏭 “La questione abitativa nell’era industriale: L’impatto delle fabbriche sulle condizioni di vita”

Lo riscriviamo in tedesco e poi lo traduciamo in italiano .

<<… . .die sich zu industriellen Mittelpunkten entwickeln; andrerseits entspricht die Bauanlage dieser älteren Städte nicht mehr den Bedingungen der neuen Großindustrie und des ihr entsprechenden Verkehrs; Straßen werden erweitert und neu durchgebrochen, Eisenbahnen mitten durchgeführt. In demselben Augenblick, wo Arbeiter haufenweis zuströmen, werden die Arbeiterwohnungen massenweis eingerissen. Daher die plötzliche Wohnungsnot der Arbeiter und des auf Arbeiterkundschaft angewiesenen Kleinhandels und Kleingewerbs. In Städten, die von vornherein als Industriezentren entstanden, ist diese Wohnungsnot so gut wie unbekannt. So in Manchester, Leeds, Bradford, Barmen-Elberfeld. Dagegen in London, Paris, Berlin, Wien hat sie ihrerzeit akute Formen angenommen und besteht meist chronisch fort. Es war also grade diese akute Wohnungsnot, dies Symptom der sich in Deutschland vollziehenden industriellen Revolution, die damals die Presse mit Abhandlungen über die “Wohnungsfrage” füllte und den Anlaß bot zu allerhand sozialer Quacksalberei. Eine Reihe solcher Artikel verlief sich auch in den “Volksstaat”. Der anonyme Verfasser, der sich später als Herr Dr. med. A. Mülberger aus Württemberg zu erkennen gab, hielt die Gelegenheit für günstig, den deutschen Arbeitern an dieser Frage die Wunderwirkungen der Proudhonschen sozialen Universalmedizin einleuchtend zu machen. Als ich der Redaktion meine Verwunderung über die Aufnahme dieser sonderbaren Artikel zu erkennen gab, wurde ich aufgefordert, zu antworten, was ich auch tat. (S. Erster Abschnitt: “Wie Proudhon die Wohnungsfrage löst”1.) An diese Reihe von Artikeln knüpfte ich bald darauf eine zweite, worin an der Hand einer Schrift von Dr. Emil Sax die philanthropisch-bürgerliche Auffassung der Frage untersucht wurde. (Zweiter Abschnitt: “Wie….>>

Traduzione dal tedesco

<<…”che si sviluppano in centri industriali; d’altra parte, la struttura edilizia di queste città più antiche non corrisponde più alle esigenze della nuova grande industria e del relativo traffico; le strade vengono ampliate e nuove vie vengono aperte, le ferrovie vengono costruite al loro interno. Allo stesso tempo in cui gli operai affluiscono in massa, le abitazioni operaie vengono demolite a gruppi. Da qui la repentina carenza di alloggi per gli operai e per il piccolo commercio e l’artigianato che dipendono dalla clientela operaia. Nelle città che si sono sviluppate fin dall’inizio come centri industriali, questa carenza di alloggi è praticamente sconosciuta. Ad esempio, a Manchester, Leeds, Bradford, Barmen-Elberfeld. Al contrario, a Londra, Parigi, Berlino, Vienna, ha assunto forme acute nel tempo ed è spesso una condizione cronica. Quindi, era proprio questa repentina carenza di alloggi, questo sintomo della rivoluzione industriale che stava avvenendo in Germania, che riempiva la stampa di trattazioni sulla “questione abitativa” in quel momento e offriva l’occasione per ogni sorta di charlataneria sociale. Una serie di articoli del genere si smarrì anche sul “Volksstaat”.

L’autore anonimo, che in seguito si rivelò essere il dottor medico A. Mülberger da Württemberg, pensò che fosse un’occasione favorevole per far comprendere agli operai tedeschi gli effetti miracolosi della medicina sociale universale prudoniana. Quando ho manifestato la mia sorpresa all’editore per l’accoglienza di questi strani articoli, mi è stato chiesto di rispondere, cosa che ho fatto. (Prima sezione: “Come Proudhon risolve la questione abitativa”1.) A questa serie di articoli ho presto fatto seguito una seconda, in cui ho esaminato l’interpretazione filantropica-borghese della questione, basandomi su un’opera del dottor Emil Sax. (Seconda sezione: “Come….>

La frase chiave che abbiamo scelto è quella sottolineata in alto e che riproponiamo <<d’altra parte, la struttura edilizia di queste città più antiche non corrisponde più alle esigenze della nuova grande industria e del relativo traffico;>>

La struttura edilizia delle città più antiche, è la frase che più dimostra come Engels si fosse reso conto già in quel periodo che le città che avevamo ereditato non erano allineate con il processo di industrializzazione in corso. Ne deduciamo che nel secolo successivo ed in questo, la produzione industriale ha anticipato quello che nelle città vedremo nel prossimo secolo. Mentre in taluni casi  lo spazio interno coincide con lo spazio esterno e ne viceversa e non che lo spazio esterno sia il risultati dell’interno, in altri caso  l’installazione di una cucina degli anni 60-70 in edifici costruiti negli anni 50-60-70  era già un  dato più avanzato  rispetto alla struttura della casa che si portava dietro lo schema degli edifici ottocenteschi se non precedenti la fase ottocentesca. Le case in linea.

 

FONTI:

https://www.treccani.it/enciclopedia/interni_%28XXI-Secolo%29/

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