CASA DEL FUTURO
La Casa del Futuro è un concetto affascinante, carico di aspettative e visioni rivoluzionarie. È un’idea proiettata in avanti, che si può immaginare, studiare, progettare nei dettagli, ma che non può ancora essere costruita con le tecnologie attuali. La vera casa del futuro, per definizione, appartiene a un tempo che non è ancora arrivato. Ecco perché nessuna costruzione esistente oggi può realmente definirsi “del futuro”. Chi propone case già realizzate come “case del futuro” sta in realtà presentando un’opera del passato prossimo, rivestita di marketing e parole altisonanti. È un gioco di prestigio comunicativo che confonde l’innovazione con l’illusione. Parlare seriamente di casa del futuro significa riconoscere i limiti. Occorre accettare che ciò che oggi si costruisce, per quanto avanzato, resta figlio del presente. Il futuro vero, quello autentico, è ancora tutto da scrivere — e soprattutto, da costruire.
CASE DEL FUTURO PROGETTATE NEL PASSATO ( non ancora costruite )
Tuttavia ci sono architetti ( molto pochi) che hanno progettato case che ancora appartengono al futuro. Sono progetti di case che ancora non sono stati realizzati e che attendono che qualcuno capisca il contenuto del progetto stesso uno degli esempi è la fattoria autonoma di Frank Lloyd Wright. La forma da assegnare a questo tipo di case non è futuribile o futurista. Il futuro non è futurismo e non è futurista è immaginazione. La casa del futuro remoto in realtà potrebbe essere molto più semplice di immaginazioni di natura cinematografica ma qui ci divertiremo finalmente con diverse tipologie. Abbiamo visto che qualcuno ha scopiazzato la struttura del nostro articolo cercando di anticipare il nostro lavoro ma noi intendavamo qualcos’altro e questo qualcos’altro è qui presente finalmente . Questo è un aggiornamento dell’articolo del 2018. Ora siamo nel 2025 , sono passati 7 annied ora è arrivato il momento di esporre quello che intendavamo.
La casa del futuro è oggi sintetizzabile dall’intelligenza artificiale, unico strumento che è in grado di informarci dal futuro. Esistono diverse visioni del futuro, quelle ottocentesche ( Giulio Verne) quelle novecentesche ( Stanley Kubrick, Frank Lloyd Wright ) e quelle di questi anni 2000 ( Chistopher Nolan, Elon Musk )
Un breve video su instagram .

Alcune domande strategiche
Come è fatta la casa del futuro ?
Il primo elemento da tenere in considerazione è la Natura. Nei prosismi 100 anni per realizzare case, sarà necessaria una forte ispirazione dalla natura. Probabilmente anche nella natura. le case che risponderanno a codici naturali a processi naturali ed a forme che si ispirano alla natura avranno, migliore probabilità di essere utilizzate e vendute. Non parlo di quelle stupide classi energetiche fatte per far lavorare gli assicuratori ed i venditori porta a porta di isolanti cancerogeni. Quella è paccottiglia da quarto mondisti sfrattati. Sto parlando della ricerca della vera natura delle abitazioni umane. Si tornerà alla natura ma attenzione, non parliamo di alberelli sui condomini, spacciate per “architettura organica”, quella non è immersione nella natura ma “controllo” sulla natura che simboleggà la proprietà. Come se essere proprietari di un albero di conducesse a saggezza eterna. Niente più stronzate del genere. Il futuro abitativo si fonderà su un misto di visione, rispetto dei processi naturali. Nell’immagine la fonte di ispirazione dei progetti posti in essere per lo sviluppo di nuove idee. Il nautilus è una composizione della natura che consente crescita costante matematica. Le forme quadrate non esistono in natura.
Perchè le forme quadrate non esistono in natura ?
Le forme quadrate non esistono in natura in modo perfettamente regolare perché la natura non lavora secondo schemi geometrici rigidi e artificiali. Tuttavia, è più corretto dire che le forme quadrate sono estremamente rare, piuttosto che del tutto assenti. Ecco alcune ragioni fondamentali:
1. L’evoluzione privilegia l’efficienza, non la simmetria perfetta
In natura, le forme si sviluppano per adattarsi all’ambiente, non per soddisfare criteri geometrici. Le forme tondeggianti, esagonali o frattali (come nei fiori, nei fiocchi di neve, nei coralli) sono più comuni perché offrono più efficienza nella crescita, nella distribuzione delle forze o nell’economia dei materiali.
2. Le forze della natura sono dinamiche
La natura è soggetta a pressioni, erosione, gravità, tensioni molecolari e altri fenomeni che raramente permettono la creazione di angoli retti o lati perfettamente uguali. Le forme squadrate richiedono condizioni stabili e artificiali.
3. Gli atomi e le molecole non si aggregano in quadrati
Le strutture cristalline naturali possono avere simmetrie, ma le configurazioni quadrate sono poco comuni. I cristalli formano spesso esagoni, rombi o strutture tridimensionali più stabili. Un esempio noto è il fiocco di neve, con simmetria esagonale, non quadrata.
4. Eccezioni molto rare
Ci sono eccezioni affascinanti dove la forma quadrata sembra apparire:
- Alcuni cristalli di pirite formano cubi quasi perfetti.
- Alcune batterie naturali di fango secco possono creare fessure che sembrano rettangoli o quadrati.
- I basalti colonnari (come quelli della Giant’s Causeway in Irlanda) possono sembrare poligoni regolari, ma sono per lo più esagonali, non quadrati.
5. Il quadrato è una forma mentale, non naturale
Il quadrato è una costruzione dell’intelletto umano, una forma astratta perfetta, come il cerchio ideale. La nostra mente tende a vedere ordine e simmetria dove non ce ne sono: proiettiamo il quadrato nel mondo, ma raramente lo troviamo.
In sintesi: la Natura non “pensa” in termini di geometria euclidea, ma in termini di adattamento, crescita organica, efficienza e sopravvivenza. Perciò, mentre le forme squadrate possono esistere in modo approssimato, la loro perfezione è un’invenzione umana.
Detto questo le case che verranno realizzate in futuro, che sono innestante nei contesti naturali è probabile che non verranno configurate con forme astratte, e regolari come avviene in città, per varie ragioni.
Case del futuro e rapporto con la potenza della natura.
Avete notato quanto tempo impiega un tornado F4 a spazzare via un villaggio residenziale del Kentucky? qualche secondo credo. Ecco queste non sono case del futuro. E pure gli americani si ostinano a rifarle nello stesso modo. Perchè questa differenza tra i grandi centri urbani con solidi grattacieli e queste casette che si sfaldano alla prima scorreggia di vento? è un mistero.
Perchè gli americani del nord costruiscono casette in legno nelle aree con alto tasso di presenza di Tornado? ma sopratutto perchè , poi le ricostruiscono nel medesimo modo dopo che sono state annientata da un F4?
Questa contraddizione tra grandi città iper-strutturate come New York, Chicago, Los Angeles e le “casette di legno” fragili nei territori soggetti a uragani o tornado è reale, e le ragioni sono molteplici, radicate in storia, economia, cultura e logistica. Ecco una risposta articolata:
1. Motivo storico-culturale: la tradizione americana della casa in legno
Fin dal periodo coloniale, gli Stati Uniti hanno costruito abitazioni in legno per via della disponibilità abbondante di foreste, soprattutto lungo la costa est. Il legno era:
- Economico
- Facile da trasportare
- Semplice da lavorare, anche per chi non era architetto o muratore
Questa tradizione si è mantenuta e adattata nel tempo, soprattutto nelle aree suburbane e rurali.
2. Motivo economico: costruire in legno costa molto meno
Le case di legno (frame house) sono:
- Veloci da costruire (anche in 1-2 mesi)
- Economiche nei materiali e nella manodopera
- Semplici da smontare o ricostruire dopo un disastro
In zone come Florida, Louisiana, Texas, Mississippi, dove gli uragani colpiscono ciclicamente, paradossalmente conviene ricostruire spesso, piuttosto che investire in case in cemento armato, che costerebbero molto di più.
3. Motivo assicurativo: ricostruire è “coperto”
Molti proprietari di case in zone a rischio uragano hanno assicurazioni specifiche contro uragani o tornado. Questo rende il costo della ricostruzione meno impattante a livello personale, e quindi giustifica (almeno economicamente) la costruzione di case fragili ma assicurate.
4. Motivo logistico e urbanistico
Nei territori interni, le case non sono pensate per durare 100 anni come a Manhattan. Sono spesso parte di una mentalità suburbana dove si cambia casa ogni 10–20 anni, si vende, si ristruttura, si sposta. Non ha senso costruire una “fortezza” per uno stile di vita che è mobile e fluido.
5. Motivo politico-economico: debole regolamentazione edilizia
Negli Stati Uniti, le normative edilizie variano da stato a stato, e in molti territori rurali o a bassa densità i regolamenti sono minimi. Ciò permette ai costruttori di risparmiare su materiali e tempo, pur rispettando i minimi standard abitativi.
6. Contrasto con le città fortificate (NY, Chicago, LA)
Le grandi città sono:
- Zone ad alta densità
- Piene di grattacieli, infrastrutture, trasporti sotterranei
- Regolate da codici edilizi rigidissimi (soprattutto sismici a Los Angeles)
Qui non si può “scherzare” con la costruzione: il rischio sarebbe catastrofico in caso di crollo.
In sintesi:
La contraddizione tra le casette precarie e le città solide riflette una scelta strategica ed economica più che ingegneristica. Gli americani costruiscono in modo leggero nonostante la minaccia degli uragani, perché conviene (oggi) in termini di costi, tempi e mentalità culturale. Ma sempre più spesso, dopo ogni disastro, questa logica viene messa in discussione.
Come sarà la casa del futuro ?
La casa del futuro sarà composta di elementi ispirati alla natura, qui abbiamo un esempio.
Le nano tecnologie si ispireranno alla formazione del guscio della lumaca per generare ambienti strutturali abitabili, in pochi giorni. Il resto sarà struttura e cinturazione contro le intemperie. Il guscio di lumaca è un alementi che si fonda sulla “sectio aurea”. Il codice portante della casa del futuro è la “sectio aurea”.
Cosa è la sectio aurea e come si coniuga con la formazione della conchiglia della lumaca e per quale motivo possiede quella forma?
Spirale logaritmica in natura
Molti molluschi – specie di planorbe e nautili – presentano gusci a spirale logaritmica, strategia evolutiva che consente crescita continua senza cambi di forma
LA SECTIO AUREA.
Nel regno della forma e della crescita, la sezione aurea (o divina proporzione) emerge come un rapporto matematico universale – il celebre φ≈1,618 – che governa non solo arte e architettura, ma anche molti schemi naturali. In particolare, il guscio di numerose chiocciole e nautili segue un percorso a spirale logaritmica il cui fattore di accrescimento, in molti casi, si avvicina al valore di φ: ad ogni quarto di giro, il raggio aumenta di un fattore prossimo alla sezione aurea, creando una crescita auto-similare che ottimizza spazio e robustezza. Di seguito troverai 10 punti strategici per comprendere questa relazione “codice–guscio” e, in chiusura, una bibliografia ragionata per approfondire.
Cos’è la sezione aurea
- Definizione matematica
La sezione aurea φ è il numero irrazionale definito da φ = (1+√5)/2 ≈ 1,618. Sorgendo dalla soluzione positiva dell’equazione φ² = φ + 1, essa caratterizza un rapporto ideale tra parti di un segmento (Wikipedia). - Rettangolo e spirale aurei
Un rettangolo aureo ha lati in rapporto φ: suddividendolo iterativamente in un quadrato e un rettangolo minore, si ottiene una serie di riquadri che, connessi da archi circolari, disegnano la spirale aurea, ossia una spirale logaritmica con fattore di crescita φ ad ogni angolo retto (Wikipedia, Wikipedia). - Proprietà di auto-similarità
La spirale logaritmica mantiene la stessa forma a ogni scala: ruotando di 90° (π/2 radianti), il raggio si moltiplica per φ. L’equazione in coordinate polari èr(θ)=a e(lnϕ/θ0) θ=a ϕ2θ/π,r(\theta)=a\,e^{(\ln\phi/\theta_{0})\,\theta} =a\,\phi^{2\theta/\pi},con θ₀ = π/2 (Wikipedia). - Storia e studi psicologici
Nel XIX secolo, Gustav Fechner misurò preferenze estetiche verso forme auree, incluso il rettangolo aureo, suggerendo un’attrazione inconscia verso φ (Wikipedia).
Relazione con il guscio della lumaca
- Spirale logaritmica in natura
Molti molluschi – specie di planorbe e nautili – presentano gusci a spirale logaritmica, strategia evolutiva che consente crescita continua senza cambi di forma (popmath.org.uk, Wikipedia). - Fattore di crescita vicino a φ
Analisi più recenti mostrano che il guscio di Nautilus spp. non è un perfetto “golden spiral” ma si avvicina a un rapporto tra 1,33 e 1,66; tuttavia, in specie diverse, l’accrescimento per quarto di giro risulta molto prossimo a φ, ottimizzando volume interno e resistenza strutturale (SpringerLink, www2.mat.dtu.dk). - Angolo aureo e fillotassi
L’angolo di accrescimento lungo la spirale – circa 137,5° (angolo aureo) – ricorre anche nella disposizione delle foglie (fillotassi), suggerendo un codice di crescita che massimizza l’esposizione, applicato analogamente alle camere del guscio (Wikipedia). - Modellizzazione matematica
L’equazione logaritmica del guscio si scriver(θ)=r0 eb θ,b=ln(fattore)/θ0,r(\theta)=r_0\,e^{b\,\theta},\quad b=\ln(\text{fattore})/\theta_0,dove per la spirale aurea il fattore = φ e θ₀ = π/2; nei molluschi reali b è calibrato dall’accrescimento biologico (Wikipedia, Wikipedia).
10 Punti strategici di conoscenza
- φ come codice di crescita: la sezione aurea definisce il rapporto ideale con cui il guscio si espande, conferendo uniformità e forza (Wikipedia).
- Spirale logaritmica vs. spirale di Fibonacci: la spirale di Fibonacci approssima φ per n→∞, ma la forma logaritmica reale offre auto-similarità perfetta (Wikipedia).
- Auto-similarità evolutiva: la crescita basata su φ permette a individui di dimensioni diverse di mantenere proporzioni identiche, vantaggio fisico e idrodinamico (popmath.org.uk).
- Ottimizzazione volumetrica: il fattore φ massimizza il volume interno per la biomineralizzazione, riducendo il materiale necessario per l’accrescimento (SpringerLink).
- Resilienza strutturale: la geometria aurea distribuisce uniformemente le tensioni meccaniche lungo la spirale (www2.mat.dtu.dk).
- Angolo aureo e fillotassi: lo stesso angolo di 137,5° ricorre in lumache e piante, suggerendo un principio unico di organizzazione biologica (Wikipedia).
- Parametri biologici: variabilità di specie a specie: valore medio del fattore di accrescimento b si scosta leggermente da ln φ/(π/2) a causa di vincoli genetici (SpringerLink).
- Applicazioni biomimetiche: progettazione di gusci artificiali e strutture in architettura ispirate alla spirale aurea e al guscio di lumaca (The Golden Ratio: Phi, 1.618).
- Approfondimenti computazionali: modelli al calcolatore (Wolfram Demonstrations) permettono di simulare varie spirali parametriche per confrontarle con gusci reali (Wikipedia, Wikipedia).
- Limiti e deviazioni: non tutte le specie aderiscono esattamente a φ; studi contrastanti ricordano di non banalizzare – la natura usa soluzioni prossime a φ, non sempre perfette (SpringerLink).
Bibliografia ragionata
- Priya Hemenway (2005). Divine Proportion: Φ Phi in Art, Nature, and Science. Approfondisce la sezione aurea nella natura e include case study su spirali naturali, benefici per il lettore per collegare concetti matematici e biologici.
- Yu-sung Chang, “Golden Spiral”, Wolfram Demonstrations Project. Risorsa interattiva per costruire la spirale logaritmica, utile per comprendere la relazione tra rettangoli aurei e spirale del guscio.
- “Spirale aurea”, Wikipedia (it). Ottima descrizione tecnica delle formule, con valori di b e illustrata differenza tra spirale di Fibonacci e aurea.
- “Logarithmic spiral”, Wikipedia (en). Contestualizza la spirale logaritmica in natura; utilissima per il background matematico.
- Link Springer: Nautilus Spirals and the Meta-Golden Ratio Chi. Studio critico che demistifica l’idea del guscio “perfetto” aureo, evidenziando misurazioni empiriche.
- PopMath: “Spirals and Snails” Spiega in modo divulgativo la presenza della spirale logaritmica in vari organismi, incluse le lumache.
- Fechner, G. (1879). Vorschule der Aesthetik. Fondamentale per comprendere l’aspetto psicologico e l’estetica della sezione aurea in ambiti sperimentali.
- Franco Ghione & Laura Catastini, Matematica e Arte (2011). Collegamento tra matematica e forme naturali, ottimo per chi cerca un approccio interdisciplinare.
- Madden, C.B., Fib and Phi in Music (High Art Press). Sebbene sia focalizzato sulla musica, illustra la convergenza di Fibonacci e phi applicabile anche alla morfologia dei gusci.
- V.L. Hansen, “Nautilus story”, DTU. Animazioni e spiegazioni dell’angolo aureo nella spirale del nautilus; disponibile online come supporto visivo.
Questi riferimenti forniscono un mix di rigore matematico, esempi naturali e analisi critica, ideali per esplorare a fondo “il codice aureo” dietro la formazione del guscio della lumaca.
SNAIL SHELL ARCHITECTURE.
( guscio di lumaca architettonico le prospettive )
come si coniuga questa doppiaricerca per una analisi riferibile alla progettazione di case del futuro magari auto- costruite con nano tecnologie ?
Di seguito troverai un’analisi di come integrare il “codice” della sezione aurea e della spirale del guscio di lumaca con le nanotecnologie di auto-assemblaggio per progettare case del futuro in grado di auto-costruirsi e adattarsi dinamicamente.
Sintesi dei risultati principali
L’incrocio tra sezione aurea e spirale logaritmica – come nel guscio del Nautilus – fornisce un modello geometrico auto-simile e strutturalmente efficiente, capace di massimizzare volume interno e resistere alle sollecitazioni (The Golden Ratio: Phi, 1.618). Le nanotecnologie di auto-assemblaggio consentono invece a molecole e nanoblocchi di disporsi spontaneamente in strutture ordinate, aprendo la strada a materiali “vivi” in grado di crescere o ripararsi autonomamente (PMC, Wikipedia). Unendo questi due ambiti, è possibile immaginare moduli abitativi che si sviluppano secondo regole auree, usando mattoni nanostrutturati che si autorganizzano in configurazioni ottimizzate, riducendo sprechi e costi di costruzione, e offrendo adattabilità e sostenibilità senza precedenti (PMC, news.asu.edu).
Applicazione della sezione aurea e della spirale del guscio
Efficienza strutturale e auto-similarità
La spirale logaritmica “aurea” garantisce che, ad ogni rotazione di 90°, il raggio della struttura aumenti di un fattore φ≈1,618, mantenendo proporzioni costanti e favorendo un’efficace distribuzione delle tensioni meccaniche (The Golden Ratio: Phi, 1.618). Questo principio, riscontrabile nel guscio di molti molluschi, ottimizza la resistenza con uno spessore del materiale minimo, una caratteristica ideale per moduli abitativi leggeri ma robusti (irenebrination.com).
Ottimizzazione volumetrica
Applicando il rapporto aureo alla crescita dei vani abitativi, si massimizza il volume utile con un consumo di risorse inferiore rispetto a geometrie tradizionali. In un contesto di auto-costruzione, questo significa ridurre la quantità di nanoparticelle o “mattoni nanostrutturati” necessari, abbattendo costi energetici e materiali (The Golden Ratio: Phi, 1.618, mathnasium.com).
Nanotecnologie e auto-assemblaggio
Self-assembly di nanostrutture
Le nanotecnologie di self-assembly sfruttano interazioni chimico-fisiche per far aggregare unità elementari in configurazioni ordinate senza intervento umano diretto (PMC, SpringerLink). Tecniche avanzate consentono oggi di programmare il “mattoncino” molecolare affinché si leghi secondo pattern predefiniti, aprendo la via a strutture modulari per l’edilizia (gmwgroup.harvard.edu).
Materiali auto-costruenti
Progetti pionieristici – come il “Nanotalo” di Aalto University – sperimentano tessuti nanostrutturati che reagiscono a stimoli esterni (luce, temperatura) auto-assemblandosi o riparandosi in situ (Medium, news.asu.edu). Questi materiali si comportano come “gusci viventi”, crescendo secondo un codice preprogrammato e adattandosi continuamente alle condizioni ambientali.
Integrazione biomimetica per case del futuro
Progettazione modulare e auto-costruzione
- Moduli spiralariformi: ogni unità abitativa è concepita come un segmento di spirale logaritmica, che si connette agli altri seguendo il rapporto aureo per formare insiemi espandibili (irenebrination.com).
- Nanoblocchi programmabili: “ladrillo” molecolare dotato di siti di legame selettivi, in grado di auto-assemblarsi secondo il disegno aureo, riduce al minimo necessità di manodopera e ponteggi (Wikipedia).
- Crescita stratificata: come nel guscio, le “camere” abitative vengono aggiunte in serie, ampliando lo spazio man mano che la famiglia cresce, mantenendo costanti forma e robustezza (ResearchGate).
Controllo e adattabilità dinamica
Sensori nanometrici integrati nei materiali monitorano sollecitazioni, umidità e temperatura, innescando processi di autoriparazione o di modifica della forma per ottimizzare microclima e comfort (Biomimicry New Zealand). L’architettura diventa così un organismo che risponde in tempo reale, correggendo deformazioni o rigenerando porzioni danneggiate.
Sfide e prospettive
- Scalabilità: passare dal laboratorio alle dimensioni di un edificio richiede innovazioni nei processi di fabbricazione di nanoblocchi e nei sistemi di controllo dell’auto-assemblaggio (ScienceDirect).
- Standard normativi: servono normative inedite per materiali “viventi” e strutture autoriparanti, per garantire sicurezza e durabilità (Biomimicry Toolbox).
- Sostenibilità: vanno valutati impatti ambientali completi dei nanomateriali, dalla produzione al riciclo, per evitare nuovi inquinamenti (PMC).
Tuttavia, la sinergia tra codice aureo e nanotecnologie di auto-assemblaggio apre orizzonti di abitazioni resilienti, efficienti e personalizzabili, incarnando un vero “guscio del futuro” che cresce e si autorigenera come un organismo vivente.
- Esempi di casa del futuro
- Esempi storici di casa del futuro
- Differenza tra futurismo, architettura futurista, architettura visionaria, progettazione del futuro
- Differenza tra visionario, imprenditore, futurologo, e cazzaro.
LE TRACCE VISIONARIE
Il tema della casa del futuro viene qui trattato in 10 articoli, cui vengono agganciati sul piano editoriale 10 tutorial. A loro volta sono agganciati con gli aspetti della memoria. La narrazione parte da alcuni aspetti legati alla fantascienza. La trilogia letteraria di Veronica Roth, che ha venduto più di 45 milioni di copie ( Divergent-Insurgent-Alegiant) , classificata come “fantascienza per ragazzi”, in realtà contiene dei codici progettuali per le città del futuro. I cui nodi del genoma territoriale sono già stati inseriti dalla fine degli anni 40 negli Stati Uniti da Wright.
Letteratura contemporanea.
Il passato ha smesso di dare informazioni.
La narrazione progettuale non può escludere, la letteratura contemporanea e questa trilogia ormai , considerata una saga di importanza mondiale, che ha già dato vita a 3 film, fornisce numerosi materiali di progetto. I miei primi progetti visionari, anche pubblicati ed intervistati a Radio Montecarlo, risalgono al dicembre del 2007. All’interno dei racconti della scrittrice ci sono parecchie assonanze progettuali specie nelle città al di fuori della recinzione in cui è inserita Chicago. Quindi la sincronia è interessante. I progettisti visionari contemporanei oltre a me sono numerosi. Nel 2015 ho pubblicato in una conferenza internazionale molto materiale concentrato. C’era anche il progetto skycraper Giant ambientato nell’anno 2450, poi mi spingo oltre fino all’anno 12500.
Esaurimento temporale tracce del passato.
La cosiddetta “casa del futuro” — che sarebbe più opportuno definire con la modestia di chi conosce la filologia del termine domus humilis, ovvero la casa semplice — non ha nulla a che spartire con le costruzioni che l’odierna industria immobiliare, imbellettata di marketing e deturpata da normative che paiono uscite da un consesso di notai ubriachi, vi costringe a comprare, anzi a subire, come si subisce una tassa iniqua o un matrimonio combinato.
Ma il vero problema non risiede nelle case, bensì nel contesto urbano che le ospita: viviamo ancora in città progettate secondo l’ordine simbolico del Medioevo, che già a sua volta si era innestato — come parassita o come erede ingrato — sulla matrice romana del cardo e del decumano, su quelle centuriazioni agricole che parevano tracciate da un geometra con manie liturgiche. Città che sono, in fondo, palinsesti; e l’Europa, in particolare, è una biblioteca di palinsesti urbani, ogni epoca grattata e sovrascritta dalla successiva con zelo e confusione.
Ora, direte voi: “Ma nasceranno nuove città?”. E io vi rispondo: non solo nasceranno nuovi insediamenti, ma si sta già profilando, sul fondale increspato della storia evolutiva, una nuova specie — non tanto biologica quanto semiotica. Fra diecimila anni, questa nostra civilizzazione (termine da usare con le molle, ché spesso somiglia più a una barbarie ben vestita) sarà sepolta, come una stratigrafia di errori, sotto le sabbie dell’oblio o forse sotto un centro commerciale interplanetario.
IL FUTURO NELLA MENTE
Intanto, però, le trasformazioni sono già in corso, e procedono con quella tipica accelerazione autodistruttiva che caratterizza le civiltà in fase terminale. Si parla di migrazioni — fenomeno antico quanto l’uomo, ma oggi ridotto a algoritmo geopolitico — che non avvengono spontaneamente, come vuole il mito, ma per fame indotta da chi ha la fabbrica del cibo e il copyright sul seme. Le multinazionali, novelli dèi capricciosi, non chiedono tributi ma schiavi, e li ottengono con metodi che un tempo avremmo definito coloniali, e che oggi si preferisce chiamare delocalizzazione.
In tale quadro distopico, vi invito a meditare su certe suggestioni del filosofo Igor Sibaldi — il quale, con la consueta disinvoltura da bibliomante milanese, ci parla del tempo non come linea retta ma come arabesco, in cui è il futuro a riscrivere il presente, e il presente a reinterpretare il passato. Ergo, progettare non è solo un atto tecnico, ma un atto sovversivo: significa affermare che il futuro è una variabile modificabile, e che persino il passato — entro certi limiti, ché la cronaca giudiziaria è meno flessibile della metafisica — può essere riletto, se non altro nel modo in cui agisce sulla nostra psiche.
D’altronde, tutto è nella mente. Se nella mente di un uomo si agita ogni giorno l’idea di fare a pezzi il prossimo con una roncola, costui, anche se libero per le strade, è già carcerato dentro la sua stessa corteccia prefrontale. Se invece la mente si volge alla costruzione, alla creazione, all’atto simbolico del porre ordine nel caos, allora la libertà non è solo un diritto, ma una condizione ontologica.
Chi ha paura di progettare, infine, è condannato a vivere in una sola emozione: la paura stessa. Non progettare è come non respirare: si sopravvive, ma da sepolti vivi.
OMINIDI ED EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Questa tematica è stata affrontata , nei sistemi di fazione dei 3 romanzi della Roth, originali ed interessanti ma che contengono parecchie informazioni sul futuro. Anticipai questa tematica in un articolo del 2016 sul sulla versione wordpress del sito. https://archiram.wordpress.com/2016/06/14/storytelling-architetturale-o-architelling-progettare-il-futuro/
Nel prossimo articolo affronteremo, gli elementi di riconoscimento di un edificio che già parla futuro rispetto a quello che è stato progettato fino ad ora dagli uomini o mezz’uomini, che fa riferimento ad una visione obsoleta di matrice ottocentesca.
Alcuni dei nostri progetti, parlano di quotidianità ( piccoli arredamenti ) ma anche di futuro. I sedimi del futuro sono già presenti, nel modo di sviluppare la ricerca sull’alimentazione, ad esempio, la cultura vegana è già un aspetto della nuova specie sempre più divergente; sono già stati riscontrati casi di mutazione genetica in chi ha attuato una alimentazione vegana . In un articolo apparso su LE SCIENZE la cosa è spiegata molto bene https://www.lescienze.it/news/2016/03/30/news/adattamento_genetico_dieta_vegetariana-3033472/ . Copiate la stringa ed andate a leggere.
Qui sono presenti cenni sullo sviluppo dei progetti che rimandano ad alcuni poarticolari che verranno ripresi nei prossimi articoli della rubrica “la casa del futuro”. https://www.archiram.com/progetti/
Cenni storici sul tema della casa e città del futuro.
Leonardo da Vinci

Chi fu tra i primi studiosi architetti e visionari a disegnare qualcosa per il futuro? Certamente possiamo indicare il nome di Leonardo da Vinci.
Leonardo da Vinci non concepì mai una “casa del futuro” nel senso di un’abitazione autonoma dotata di ogni comfort moderno, ma consacrò gran parte dei suoi appunti a visioni urbanistiche e tipologie abitative così audaci da anticipare l’abitare di domani. Nei fogli del cosiddetto “Manoscritto B”, custodito all’Institut de France, emergono progettazioni di una città ideale basata sulla netta separazione delle funzioni, su criteri igienici rigorosi e su un sistema di circolazione pensato per garantire un flusso ordinato di persone e merci. In questo senso Leonardo da Vinci, ha interpretato il futuro.
Probabilmente fu tra i primi importanti visionari e disegnatori di progetti futuro per l’uomo che sia mai esistito, ma scaveremo nel medioevo per individuare altre figure di genio simili che lo hanno preceduto. Ora addentriamoci nel Manoscritto B.
Leonardo da Vinci non disegnò mai una “casa del futuro” intesa come singola abitazione autonoma con tutte le comodità moderne, ma dedicò ampio spazio nei suoi manoscritti a concezioni urbanistiche e tipologie abitative innovative che possiamo leggere come precursori dell’abitare contemporaneo. Le sue riflessioni, raccolte soprattutto nel cosiddetto “Manoscritto B” conservato all’Institut de France, offrono un vero e proprio progetto di città ideale, incentrato sulla separazione funzionale degli spazi, sull’igiene e sulla circolazione efficiente di persone e merci.
La “Città ideale” nel Manoscritto B
Leonardo elaborò tra il 1487 e il 1490 proposte urbanistiche per Milano, incaricato da Ludovico il Moro a ripensare la città dopo due gravi epidemie di peste; il risultato è un disegno di città a nuclei abitativi di circa 5.000 case ciascuno, separati da ampie aree agricole e collegati da canali e vie sotterranee per un migliore smistamento di merci e rifiuti (Wikipedia).
Nel suo progetto, le strade carrabili rimangono a livello intermedio, mentre il piano terra è riservato ai pedoni e un livello inferiore di canali sotterranei funge sia da scarico fognario sia da via di carico per le merci: una sorta di “zona industriale” sotto il centro città, pensata per isolare funzioni inquinanti o ingombranti dal tessuto abitato (Teague).
Con questa suddivisione verticale, da molti considerata il primo esempio di zonizzazione urbana, Leonardo intendeva ridurre l’affollamento, migliorare l’igiene e arginare la diffusione delle malattie, anticipando di secoli i principi della moderna pianificazione sanitari e logistica (Wikipedia).
Opzioni abitative e modelli di unità.
Sebbene Leonardo da Vinci non abbia lasciato un “modello di casa” compiuto, nei suoi disegni emergono indizi di una costruzione pensata per modularità e adattamento al contesto, con pilastri snelli e coperture concepite per agevolare la ventilazione naturale, in una sorta di dialogo perpetuo tra architettura e clima .it.wikipedia.org
Ancor più affascinante è la concezione dell’acqua non come semplice cornice funzionale, ma come principio insediativo: canali esterni sì, ma anche bacini interni alle abitazioni, in cui il fluire del liquido avrebbe assolto tanto al ruolo di riserva quanto a quello, più sottile, di equilibratore termico .
Leonardo meditò inoltre su sistemi di riscaldamento diffuso mediante controsoffitti e su pareti sdoppiate da intercapedini d’aria, anticipando logiche che solo la modernità avrebbe più tardi elevato a tecniche dell’efficienza energetica .it.wikipedia.org
Riscoperta e influenza contemporanea
Per secoli i suoi progetti furono dimenticati nei suoi codici fino alla riscoperta nel tardo XIX secolo; oggi sono studiati non solo come curiosità storiche ma come ispirazione per smart city e rigenerazione urbana (BBC).
Futuristi come Devin Liddell e studi di pianificazione contemporanea riconsiderano le sue “città a più piani” per immaginare soluzioni di mobilità differenziata (pedoni, veicoli, merci) in scenari economici e climatici analoghi a quelli post-peste ma oggi proiettati sulla crisi climatica (Teague).
Architetture modulari e prefabbricate — a volte presenti nei cataloghi di case in stile “da Vinci” — traggono spunto proprio dai suoi disegni di micro-unità ricombinabili, benché nessuna di esse riproduca fedelmente un progetto leonardiano originale (Casa DaVinci).
Nel complesso, quindi, Leonardo non immaginò una singola “casa del futuro” come la concepiamo oggi, ma tracciò le linee di un intero paradigma urbano e abitativo in cui elementi di pulizia, circolazione, modularità e connessione con l’acqua avrebbero dovuto migliorare la vita cittadina, anticipando di secoli problemi e soluzioni ancora centrali nella teoria e nella pratica dell’architettura.
Questo ultimo fatto è molto importante perchè, non ha alcun senso pensare alla casa del futuro se non c’è una città del futuro. Chiunque vi esponga una casa del futuro ma senza avere pensato ad una città o territorio tecnologico del futuro vi sta mentendo palesemente. Di conseguenza attenti a queste stupide riviste da 2,50 o a qualche euro in più. Vi stanno vendendo stronzate.
Le case del futuro a levitazione magnetica.
L’immagine che hai condiviso rappresenta una possibile visione futuristica dell’architettura abitativa, sospesa nel vuoto in mezzo alla natura selvaggia. Partendo dalla tua suggestione — una casa che levita grazie a tecnologia magnetica alimentata da energia nucleare pulita, esploriamo questa ipotesi in modo credibile e speculativo:
Ipotesi tecnologica: casa levitante a levitazione magnetica
Nome concettuale: MagnaHabitat
1. Sistema di Levitazione Magnetica (MagLev Habitat Base)
La casa è sostenuta da un sistema di levitazione magnetica simile a quello usato nei treni MagLev:
- Magneti superconduttori integrati nella base della casa.
- Piattaforma nel terreno con circuiti magnetici alimentati da energia controllata che creano una repulsione costante e regolabile.
- Sistema di stabilizzazione giroscopica e algoritmi predittivi per correggere micro-movimenti, anche in caso di vento o sismi.
2. Energia: Nucleo Mini-Reattore Pulito
La fonte d’energia è un mini-reattore a fusione nucleare o a fissione avanzata:
- Tecnologia ispirata ai reattori modulari nucleari di IV generazione, già in fase di test (es. Rolls-Royce SMR).
- Il reattore fornisce energia continua e pulita per levitazione, illuminazione, riscaldamento, AI domestica.
- Sistema di contenimento assoluto con materiali autorigeneranti e riduzione totale di scorie.

3. Interazione con l’ambiente
- La casa è “sospesa” sopra un torrente per minimo impatto ambientale: nessuna fondazione, nessun contatto diretto col suolo.
- Vetri elettrocromatici che si oscurano o si schiariscono in base alla luce, mantenendo l’equilibrio termico.
- Sistema di recupero dell’umidità dell’aria e depurazione naturale dell’acqua dal ruscello.
4. Intelligenza Abitativa
- Un’AI domestica che regola l’altitudine e la posizione (entro un perimetro), ad esempio sollevando la casa in caso di piena.
- La casa può spostarsi leggermente (entro un range di 5 metri) per orientarsi al sole o seguire parametri climatici.
Filosofia del progetto
Un’abitazione così rappresenta una nuova visione del rapporto uomo-natura-tecnologia:
- La casa è sospesa, come sospesa è la nostra responsabilità nel lasciare il pianeta in uno stato migliore.
- L’energia nucleare, spesso temuta, viene qui reinterpretata come strumento delicato e sicuro, usato non per potere, ma per armonia.
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Fonti e bibliografie ragionate :