BACKGROUND URBANISTICI E MECCANISMI DI COMPENSAZIONE DEI CONTESTI NATURALI

BACKGROUND URBANISTICI E MECCANISMI DI COMPENSAZIONE DEI CONTESTI NATURALI

  1. La relazione tra la città e la natura: un approfondimento

  2. Come le città assorbono e si integrano nei contesti naturali

  3. L’urbanizzazione e l’impatto sui contesti naturali circostanti

  4. Il rapporto tra l’urbanistica e la sostenibilità ambientale

  5. La coesistenza tra città e natura: sfide e opportunità per l’urbanistica

 

 

 Vi siete mai chiesti quanto tempo ci vuole perché la vegetazione ricopra un edificio abbandonato?
 La natura invade un edificio situato in una zona semi-collinare o con poca vegetazione in 5-15 anni.

edificio riassorbito dalla vegetazione dopo circa 10 anni
edificio riassorbito dalla vegetazione dopo circa 10 anni

Altri edifici che non  ottengono una costante manutenzione,  possono subire danni già dopo 2 anni. Noi li chiamiamo danni, ma in realtà si tratta del normale processo   del servo meccanismo della natura stessa, che si riprende il suo spazio.

DATO STATISTICO PRECISO 

 Non esiste un unico dato statistico che possa rispondere alla  domanda in modo preciso. Il tempo che occorre per un edificio abbandonato ad essere avvolto dalla vegetazione dipende da molti fattori. La posizione geografica, il clima, il tipo di vegetazione circostante e il materiale di cui è fatto l’edificio, sono i fattori che determinano il tempo di compensazione della vegetazione

La natura si riprende un edificio abbandonato, in meno di 5 anni. Lo studio prevede delle differenze tra diverse aree, dove il riassorbimento si compie in più di 10 anni. Fonte:  *National Park Service degli Stati Uniti,

DATI EUROPEI SUL COMPORTAMENTO DELLA NATURA

In Europa, la situazione potrebbe essere diversa a seconda della regione. Ad esempio, in alcune parti della Spagna, i paesaggi diroccati sono molto comuni e possono verificarsi in pochi anni a causa delle condizioni climatiche e della vegetazione locale. Al contrario, in alcune zone più nordiche e fredde come la Norvegia, la crescita della vegetazione può essere più lenta.

In generale, tuttavia, è importante ricordare che gli edifici abbandonati possono avere un impatto negativo sull’ambiente, poiché possono diventare siti di raccolta di rifiuti e materiali pericolosi. Inoltre, l’abbandono di edifici può portare a un aumento della necessità di costruire nuovi edifici, con un impatto ancora maggiore sull’ambiente circostante.

 

 IMPATTO AMBIENTALE DI EDIFICI ABBANDONATI E RIASSORBITI DALLA VEGETAZIONE.

In sintesi, sebbene non esista un dato preciso sul tempo che occorre per l’avvolgimento della vegetazione su un edificio abbandonato, è importante considerare gli effetti negativi dell’abbandono di edifici sull’ambiente circostante e sulla necessità di trovare soluzioni sostenibili per l’urbanistica e la costruzione di edifici.

CITTA EDIFICIO CONNESSIONE CON I CONTESTI NATURALI ED EVOLUZIONE DEL PROGETTO. 

Un architetto  Svizzero francese, tra i prìncipi del razionalismo aveva sistematicamente ignorato il rapporto con il contesto. Considerava la “natura” come proprietà personale, ecco che si spiega il concetto di tetto giardino, e gli edifici come  l’ “Immeuble Villà” ed il concetto di albero sul terrazzo. La deriva  “lecorbuseriana” fatta da costruttori di boschetti verticali è la massima manifestazione del fallimento dell’urbanistica contemporanea, nel suo rapporto con il territorio. Il Plan Voisin di Le Corbusier è quanto di più lontano ci sia  dal rapporto natura/città , quello che è più sconcertante è che nella mia curiosità nel cercare informazioni anche su chat gpt ella mi dice che Le Corbusier avrebbe disegnato “la città radiale”. Un idiozia interessante, specie nella stupida traduzione  “Ville Redieuse” che non centra nulla con il concetto di radiale.

RAPPORTO ROMANTICO TRA CITTA’  E CAMPAGNA

Ma abbandonando le inesattezze di questa stupidità artificiale che spesso incappa in errori gravissimi, in grado di abbindolare chi non ha mai aperto un libro di architettura in  vita sua, passiamo ad un dato più interessante che si unisce ad altri dati che non smentiscono gli “albionici”. I britannici hanno sempre avuto una ottima tradizione nel rapporto anche “romantico” tra città e campagna. Sulle ragioni filosofiche o concettuali ne daremo notizia nel prossimo articolo.

L’architetto paesaggista statunitense Frederick Law Olmsted, è  noto soprattutto per aver progettato il Central Park di New York City. Olmsted ha promosso l’idea di creare parchi pubblici nelle città come modo per migliorare la salute e il benessere dei cittadini. Il parco è perfettamente rettangolare ma al suo interno non c’è un giardino geometrico ma un sistema di “english garden”; la storia della costruzione di CENTRAL PARK e di tutto quello che c’è dentro è straordinaria.

Più ci si informa più è possibile coltivare “il dubbio” ed il dubbio consente nuove conoscenze e consapevolezze. Avevo il sospetto che il progettista di Central Park avesse qualcosa in comune con Frank Lloyd Wright. Forse gli ha preparato il terreno ancestrale proprio a Central Park?

Un dato interessante di approfondimento ci serve ora per gli altri ragionamenti che faremo o che abbiamo già fatto sin dal 2015.

 

UN APPRENDISTA PRESSO UNA FATTORIA DEL CONNECTICUT

Frederick Law Olmsted è stato un famoso architetto paesaggista americano del XIX secolo. È nato il 26 aprile 1822 a Hartford, nel Connecticut, e ha studiato presso la Hopkins School di New Haven. Tuttavia, non ha mai frequentato un’università o un corso formale di architettura.

Invece, ha iniziato la sua carriera come apprendista presso una fattoria in Connecticut e ha lavorato come giornalista e scrittore per molte pubblicazioni, tra cui il New York Times. Nel 1850, ha viaggiato in Europa per studiare l’architettura paesaggistica e ha visitato parchi e giardini in Inghilterra, Francia e Italia.

CENTRAL PARK

Olmsted l'architetto di Central Park
Olmsted l’architetto di Central Park

Dopo il suo ritorno in America, Olmsted ha collaborato con l’architetto Calvert Vaux per progettare il Central Park di New York City nel 1858, che è diventato uno dei parchi più famosi al mondo. Inoltre ha realizzato questi progetti:

  • Il parco del Mont-Royal a Montréal;
  • il parco Prospect a Brooklyn;
  • il Biltmore Estate in North Carolina.

Olmsted è stato anche coinvolto in molti progetti di pianificazione urbana, tra cui la pianificazione della città di Riverside, vicino a Chicago, e della città di Buffalo, nel New York. Ha fondato la Olmsted Brothers Company con suo figlio John Charles Olmsted e suocero John Olmsted, e la compagnia ha continuato a progettare parchi e spazi verdi fino al XX secolo.

Frederick Law Olmsted è morto il 28 agosto 1903 a Waverley, nel Massachusetts.

 

FONTI STANDARD

Ci sono alcune fonti generali da cui individuare articoli dedicati, di cui discorreremo nei prossimi giorni, indicando esattamente il numero da cui andare a verificare le informazioni che vi abbiamo fornito. Attualmente non esiste un archivio digitale di alcuna rivista di architettura, ma la nostra ha ormai un archivio di circa 40 GB che a breve sarà disponibile.

Alcuni esempi includono “L’Architecture d’Aujourd’hui”, “Landscape Architecture Magazine”, “Urbanistica”, “Domus” e “Architectural Digest”.

 

 

CENTRAL PARK – ( Storia del progetto – work in progress)

UNA SPLENDIDA IMMAGINE DI UNO DEI DISEGNI  ORIGINALI DEL PROGETTO DI CENTRAL PARK A NY –

CENTRAL PARK DISEGNII ORIGINALI
CENTRAL PARK DISEGNII ORIGINALI

Fonte informativa :

https://www.tclf.org/places/view-city-and-regional-guides/new-whats-out-there-olmsted/olmsted-landscape-legacy

 

BROADACRE CITY – 

Un altro esempio di park city  o meglio di esperimento di città  parco, di cui sembra che Bruno Zevi non  avesse un giudizio scintillante è stato Broadacre-City che a mio avviso non è ancora stata compresa come dovrebbe; nessuno attualmente è riuscito ancora a pianificare una città di questo tipo, tuttavia se  osserviamo alcune griglie urbane negli Stati Uniti forse  possiamo sovrapporre Broadacre City a tale territorio.

Lo standard informativo su questo progetto  lo riassumiamo in poche righe.

Broadacre City è un progetto urbano dell’architetto statunitense Frank Lloyd Wright, sviluppato a partire dagli anni ’20 e pubblicato per la prima volta nel 1932. Il progetto prevedeva la creazione di una città decentralizzata e autosufficiente, in cui ogni famiglia avrebbe avuto un’area di un acro (circa 4.000 metri quadrati) di terreno agricolo per coltivare cibo e generare reddito.

NATURA PARTE INTEGRANTE DELLA VITA URBANA

Wright immaginava una città in cui la natura sarebbe stata parte integrante della vita urbana, con ampi spazi verdi e parchi disseminati in tutta la città. Il progetto prevedeva inoltre l’utilizzo di veicoli aerei per il trasporto di persone e merci, al fine di ridurre il traffico stradale e migliorare la qualità dell’aria.

Broadacre City è stato un importante contributo alla discussione sul rapporto tra città, campagna e natura nel XX secolo, poiché rappresentava una critica alla città tradizionale e alla sua dipendenza dall’industria e dal trasporto automobilistico. Il progetto era basato sulla teoria di Wright secondo cui la decentralizzazione urbana e la vita in armonia con la natura avrebbero portato ad una maggiore felicità e produttività per gli abitanti.

CONCLUSIONI STANDARD

Tuttavia, il progetto di Broadacre City non è mai stato realizzato nella sua interezza, anche se alcune delle idee di Wright sono state applicate in progetti successivi, come l’idea di integrare la natura nella vita urbana. Il progetto rimane comunque una delle più importanti proposte urbanistiche del XX secolo e ha influenzato molti architetti e urbanisti successivi.

Il concetto di Broadacre-city si fonda sulla “Libertà”. Gli attuali progetti in corso su specifici territori, tendono all’illusione ed il controllo sociale, cosa che non viene applicata ancora al territorio degli Stati Uniti.

 

LA CITTA GIARDINO

La città giardino implica un altro tipo di concetto e limite geometrico. Si tratta di una proposta precedente Broadacre city che contiene elementi di utopia più importanti.

Si tratta di un concetto urbanistico proposto dall’architetto e urbanista britannico Ebenezer Howard alla fine del XIX secolo. La sua idea prevedeva la creazione di piccole città circondate da ampi spazi verdi, in cui i residenti avrebbero avuto accesso a giardini privati e pubblici.

La proposta di Howard è stata sviluppata ulteriormente dall’architetto e urbanista britannico Raymond Unwin, che ha collaborato con Howard per creare Letchworth Garden City, la prima città giardino del mondo, fondata nel 1903.

UNWIN

Unwin ha poi sviluppato il concetto di città giardino per includere anche la creazione di strade pedonali e di piste ciclabili, al fine di promuovere uno stile di vita sano e sostenibile. La sua visione è stata fortemente influenzata dalle teorie socialiste e dalla preoccupazione per l’impatto negativo dell’urbanizzazione sull’ambiente naturale.

Il concetto di città giardino di Unwin ha avuto un impatto significativo sulla pianificazione urbana del XX secolo e ha ispirato molti progetti successivi, tra cui la città giardino di Welwyn Garden City, fondata nel 1920. Oggi, molte città continuano ad adottare principi simili per promuovere la qualità della vita dei loro abitanti e proteggere l’ambiente naturale.

 

LIBRI ( Fonti preliminari) 

Ebenezer Howard,  nel 1898 pubblicò il libro “Tomorrow: A Peaceful Path to Real Reform“, in cui descriveva la sua visione di una città giardino. Secondo Howard, una città giardino doveva essere una comunità autosufficiente e pianificata, caratterizzata da un equilibrio tra lavoro e vita privata, edifici di qualità, spazi verdi e un sistema di trasporti efficiente.

2 LIBRO. 

  “Garden Cities of To-morrow” (Le città giardino di domani), pubblicato nel 1902. Questo libro ha approfondito l’idea delle città giardino e ha fornito dettagli su come queste comunità sarebbero state pianificate e costruite.

Inoltre, Howard ha scritto altri scritti e discorsi sulla sua idea di città giardino e sulle questioni sociali ed economiche che l’hanno ispirata.

REALIZZAZIONI ED DATI INTERESSANTI.

Il primo progetto di città giardino realizzato in Inghilterra fu Letchworth, costruita a partire dal 1903 su progetto dell’architetto Raymond Unwin, che aveva collaborato con Howard. Letchworth fu seguita da Welwyn Garden City, anch’essa progettata da Unwin.

Un altro architetto britannico associato alla città giardino è Barry Parker, che collaborò con Raymond Unwin alla realizzazione di Letchworth e Welwyn Garden City. Parker fu anche uno dei principali esponenti del movimento Arts and Crafts, che promuoveva l’artigianato e l’arte come alternative alla produzione industriale di massa.

In generale, la città giardino è stata un importante movimento di riforma urbana in Inghilterra, che ha influenzato la pianificazione urbana in tutto il mondo. La sua eredità è ancora visibile oggi in molte città, con i loro parchi, giardini e spazi verdi.

L’IMPORTANZA DELLE INFLUENZE ARTISTICHE NELL’URBANISTICA E NEL BACKGROUND DI PROGETTO

Se prendete  i volumi de ” LE VITE DEL VASARI” scoprite che ogni artista è entrato in relazione con tutti gli altri artisti del  Rinascimento.  Ed ogni connessione si è sempre portato dietro una serie di influenze strategiche. Anche nel rinascimento c’erano gli “influencer”.  Ma chi era il più imporante? lo vedremo nel prossimo articolo e nella sezione History.

 

Come il movimento Arts and Craft ha influenzato il concetto di città giardino.

 

l movimento Arts and Crafts ha influenzato la città giardino in diversi modi. Innanzitutto, il movimento ha promosso l’importanza del design e dell’artigianato nella produzione di oggetti e di edifici, promuovendo l’idea che la bellezza e la qualità dell’ambiente costruito fossero importanti per il benessere delle persone.

Questo approccio era in linea con la visione della città giardino, che prevedeva la creazione di ambienti urbani piacevoli e salubri, caratterizzati da edifici di qualità e spazi verdi. Inoltre, molti degli architetti coinvolti nella creazione delle città giardino erano anche membri del movimento Arts and Crafts, come ad esempio Raymond Unwin e Barry Parker.

Inoltre, il movimento Arts and Crafts ha promosso l’importanza della comunità e del lavoro cooperativo, che erano anche valori fondamentali della città giardino. Ebenezer Howard, ad esempio, credeva che la città giardino dovesse essere una comunità autosufficiente e cooperativa, in cui le persone lavoravano insieme per il bene comune.

Infine, il movimento Arts and Crafts ha promosso l’uso di materiali naturali e locali nella costruzione degli edifici, una pratica che era in linea con la filosofia della città giardino, che prevedeva l’integrazione dell’ambiente naturale nell’ambiente costruito. In questo modo, il movimento Arts and Crafts ha avuto un’influenza significativa sulla progettazione e la costruzione delle città giardino, contribuendo alla creazione di ambienti urbani più belli e salubri.

 

NOTA NOZIONISTICA SUL MOVIMENTO ART & CRAFT. 

Il movimento non ha una data di nascita ufficiale, non fu una associazione culturale ma una dinamica che si è accesa con alcune scintille. Tra le scintille che accesero la fiamma, troviamo certamente John Ruskin, quando scrisse, una delle sue perle più preziose :”LA NATURA DEL GOTICO” – 1853 – 

Probabile è che il punto di partenza più interessante è stato quello del 1887 ( Wright in America aveva 20 anni circa )  –

William Morris
William Morris

Nel 1887, William Morris ha fondato la sua azienda di design, la Morris, Marshall, Faulkner & Co. (in seguito conosciuta come Morris & Co.), che ha prodotto oggetti d’arte e artigianato di alta qualità con la filosofia Art – Craft.

L’INFLUENZA IN AMERICA E VICEVERSA

Inoltre, il movimento Art and Craft ha ispirato la creazione di alcune importanti riviste, tra cui “The Studio” (1893-1964) e “The Craftsman” (1901-1916) negli Stati Uniti. Molti critici sono concordi nel ritenere che  fu un periodo magnifico e lo  penso anche io. Oggi invece il contesto dei progettisti è fatto da individui tutti impegnati a manifestare il loro ego e accattivarsi il finanziatore di turno, producendo disastri urbanistici epocali. Le riviste attuali sono sterili e presentano solo le ultime   novità egoiche.

“The Studio” si concentrava sulla promozione dell’arte e del design, presentando lavori di artisti e designer di tutto il mondo, mentre “The Craftsman” si concentrava sull’artigianato, promuovendo l’importanza del lavoro manuale e della produzione di alta qualità.

Entrambe le riviste sono diventate importanti mezzi di diffusione delle idee del movimento Art and Craft e hanno influenzato molti altri artisti e designer.

-1843- La nascita critica di Ruskin-

 

Ruskin a sua volta è stato un importante precursore di Art & Craft – 

Ruskin ha iniziato a scrivere sulle arti visive nel 1843, ma è stato solo negli anni ’50 del XIX secolo che ha iniziato a sviluppare le sue idee sul valore dell’artigianato e sulle sue preoccupazioni per l’impatto dell’industrializzazione sulla società.

John Ruskin uno dei precursori Movimento Art & Craft
John Ruskin uno dei precursori Movimento Art & Craft

Art & Craft fu una resistenza al processo di industrializzazione, che avrebbe omologato nei decenni successivi, la produzione del design secondo metodo di serie, rallentando l’evoluzione del gusto, relegata poi solo nella “pittura e nella fotografia”.

Il suo libro “The Stones of Venice”, pubblicato tra il 1851 e il 1853, è stato un importante contributo alla promozione delle idee dell’Art and Craft. In questo libro, Ruskin ha criticato l’industrializzazione e ha sostenuto l’importanza dell’artigianato e della bellezza nella vita umana.

L’INFLUENZA DI RUSKIN SU FRANK LLOYD WRIGHT

La vicinanza di William Morris e Ruskin  hanno avuto un impatto positivo su tutto il movimento. Ruskin inoltre ha influenzato l’architettura di Wright, il padre dell’architettura moderna.

Tutta l’architettura di Frank Lloyd Wright  fu influenzata da un libro di John Ruskin ” le sette lampade dell’architettura” ma  queste tra opere contengono nei concetti quel libro alla perfezione.

  1. La Unity Temple (1905-1908) a Oak Park, Illinois, negli Stati Uniti. Questa chiesa è caratterizzata da un uso innovativo del calcestruzzo e dal design organico, ispirato alla filosofia di Ruskin.
  2. La Robie House (1908-1910) a Chicago, Illinois, negli Stati Uniti. Questa casa è considerata uno dei capolavori di Wright ed è caratterizzata dall’uso di linee orizzontali e da una forte relazione tra gli spazi interni ed esterni, in linea con le idee di Ruskin sulla relazione tra l’uomo e la natura.
  3. La Fallingwater (1936-1939) a Bear Run, in Pennsylvania, negli Stati Uniti. Questa casa è considerata uno dei più grandi esempi di architettura organica e di integrazione con la natura. La sua posizione sopra una cascata e il suo design audace e innovativo sono considerati influenzati dalle idee di Ruskin sulla bellezza e l’armonia della natura.

Dove e come lo vedremo nei prossimi articoli

 

BROADACRE CITY LA DESTINAZIONE DELLE TEORIE DI RUSKIN.

Il progetto Broadacre City di Frank Lloyd Wright era estremamente ambizioso e prevedeva una città decentralizzata e autosufficiente, che avrebbe coperto un’area di circa 20.000 acri (circa 8.000 ettari), paragonabile in dimensioni ad una città di medie dimensioni.

Secondo la visione di Wright, ogni famiglia avrebbe avuto a disposizione un’ampia porzione di terreno, di almeno un acro (circa 0,4 ettari) per abitazione, sul quale avrebbe potuto coltivare il proprio cibo e gestire le proprie attività agricole. Ogni abitazione avrebbe dovuto essere progettata in modo personalizzato, in base alle esigenze e ai gusti dei proprietari. Wright immaginava che le case sarebbero state integrate in un ambiente naturale, con spazi verdi, parchi, corsi d’acqua e percorsi pedonali.

Inoltre, Wright prevedeva che ogni abitazione avrebbe avuto accesso a una vasta gamma di servizi, tra cui scuole, negozi, uffici, impianti sportivi e culturali. Tuttavia, questi servizi sarebbero stati distribuiti in modo decentralizzato in tutta la città, per evitare la congestione del traffico e favorire la mobilità dei residenti.

In generale, Broadacre City era concepita come una città autosufficiente, in grado di soddisfare gran parte delle esigenze della popolazione all’interno della città stessa, compresa la produzione di beni e alimenti. Tuttavia, il progetto era stato criticato per la sua dipendenza dall’automobile e la sua tendenza alla dispersione urbana, che avrebbero potuto portare a problemi di congestione del traffico e di isolamento sociale.

 

 

 

 

 

 

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