Isolati urbani Milano


-PREQUEL- L’INUTILE FARDELLO DELLA STORIA –

La nuova versione di archiram progetti si è attivata il 24 Novembre 2016, questo articolo è una fonte in continua mutazione che startizzato in quel giorno è stato aggiornato in modo consistente nel maggio del 2023, sono  passati ben 7 anni; adesso concluderemo il lungo lavoro di elaborazione di progetto dedicati  anche a Milano, questo è l’articolo di supporto che connette tutta la logica del sito, non escludo di assegnarla come corner-stone nelle prossime settimane.

2024 ( articolo in completamento e Libri di riferimento che  verranno lanciati – dopo la correzione  del testo finalmente – quando saranno pronti ) – si invitano coloro dovessero agire in modo da anticipare su stampa  idee editoriali testi che noi accenniamo qui, perchè  non hanno idee, di cagarsi in mano.

Premessa storiografica : 

 

alberto mei rossi nel 1998
alberto mei rossi a Vigevano presso la casa rotonda ( Sforzesca) nel 1998

Nel XV secolo, la cultura umanistica italiana, fervente aspirante all’eccellenza della gloriosa civiltà classica, cercava con fierezza di riscoprire gli antichi testi e rinnovare i valori tramandati. Essa fu la prima a percepire il momento di transizione, un’epoca di mezzo, successiva al declino dell’Impero Romano e appena rischiarata dalla rinascita all’orizzonte. In quest’era, le tenebre della barbarie oscuravano il mondo, facendo svanire le gloriose conquiste del sapere e dell’arte degli antichi Greci e Romani.

Secondo gli umanisti, questo periodo, che corrispondeva all’arco temporale comunemente designato come Medioevo, si estendeva dalla caduta dell’ultimo imperatore romano d’Occidente nel 476 d.C. fino al loro presente, totalizzando circa mille anni. Tuttavia, la connotazione negativa di questa fase di transizione non si focalizzava tanto sugli eventi storici in sé, ma piuttosto sullo stato delle lettere e delle arti. Era un’epoca in cui il fulgore dell’antichità si mescolava con la nuova vitalità, creando un’atmosfera di struggente bellezza e trasformazione, dove ogni opera d’arte e ogni opera letteraria veniva scrutata con un occhio critico, alla ricerca della sublime perfezione che un tempo aveva brillato nel mondo classico.

 

 

Isolati urbani Milano 1/10 – IL DNA DI MILANO – Prefazione 

ISOLATO URBANO

  1. Milano il DNA strutturale e storico della città
  2. Il codice ambientale della città di Milano
  3. Milano nel medioevo
  4. Il codice formale di Milano rinascimentale
  5. Il codice Leonardo su Milano
  6. I 7 segreti della Milano Neoclassica – I legami segreti tra Milano e altre città Italiane europee e del mondo –
  7. Gli 8 segreti del piano regolatore ottocentesco su Milano  ( Piano  Beruto ) – SCARICA IL PDF
  8. La struttura logica degli isolati urbani dall’ 800 al 1914.
  9. Trasformazioni dell’isolato urbano di Milano tra il 1914 ed 1939.
  10. Grandi terreni edificabili su Milano dalla fine dell ‘800 al 1946
  11. Grandi terreni edificabili su Milano dal 1946 – 1980
  12. Trasformazioni urbane su isolati  e tessuto tra il 1980 ed il 2000
  13. il DNA di Milano tra il 2000 ed il 2050, trasformazioni visioni e  futuro dei terreni sulla città di Milano

 

a)  Milano il DNA STORICO  E FORMANTE DELLA CITTA’ ( Secondo la logica delle metafora organica)

Il codice genetico di Milano si rivela attraverso i tratti distintivi del cardo decumano e l’ellisse celtica. Queste caratteristiche uniche sono come la password che ci permette di accedere alle radici storiche della città.

Il cardo decumano di Milano, con le sue strade maestose che si estendono dall’impero romano fino all’odierna metropoli, rappresenta un’eredità di grandezza e organizzazione. Questa spina dorsale urbana ha segnato il percorso di Mediolanum, offrendo una connessione tangibile con il passato.

Ma non dobbiamo dimenticare l’ellisse celtica, l’antico villaggio celtico che dimora a nord di Milano. La sua presenza rievoca un’epoca lontana, quando la città era ancora un piccolo insediamento abitato da tribù celtiche. È qui che si nasconde un segreto, come una scrofa lanuta custode della memoria dei tempi antichi.

Quando uniamo i fili del cardo decumano e dell’ellisse celtica, scopriamo una trama affascinante. Questo codice genetico ci rivela la storia millenaria di Milano, dall’impero romano alle influenze celtiche, fino alla città moderna che ammiriamo oggi.

Ecco perché esplorare il codice genetico di Milano è come leggere un libro avvincente, ricco di trame e sottotrame. Ogni strada, ogni angolo della città ci svela un pezzo di questo puzzle, e attraverso la sua comprensione, possiamo apprezzare appieno la bellezza e l’unicità di Milano

Un dato importante 200 anni prima dell’inizio di quello che viene decodificata come età medievale , nel 313 d.c l’EDITTO di  Costantino fu l’ultima spinta imperiale al cambiamento urbanistico epocale. Idee che sono mancate  al popolo dei Goti e Longobardi popolo ignorante sul piano architettonico. Il fatto che l’editto di Costantino fosse un elemento cardine che aveva influito sul destino delle genti e delle città, fu la presenza ed è ancora oggi la presenza ( ipogea) della Basilica di Santa Tecla, la prima chiesa cristiana costruita su Milano. Fu l’era delle basiliche doppie con una porzione esterna ed una interna; l’influenza dell’editto di Costantino sull’urbanistica e l’architettura fu decisivo anche per l’organizzazione urbana di Milano.

 

 

b)  IL CODICE AMBIENTALE

quercia medilanum
quercia la pianta sagra dei celti – il tardo impero che si affranca dal paganesimo perseguita eretici celti e di altre estrazioni religiose pagane – inizia l’inquisizione secolare

 

 

La città di Milano custodisce un codice ambientale legato all’acqua e alla quercia . La data di fondazione celtica della città teorizzata da storici concordi è attorno al 612 A.C.  IL DEFINETTI ignora tale argomento,  perché ha preferito concentrarsi sull’origine romana e la struttura formale. Ma l’origine celtica è ormai indiscutibile. Cultura celtica significa simbiosi con la natura.

Tra le sue meraviglie naturali, spiccano le maestose querce che compongono rigogliosi querceti. Questi alberi maestosi sono come guardiani silenziosi, testimoni di un tempo passato, quando il territorio  era avvolto in una magnifica foresta di querce. La quercia è una delle essenze sacre della cultura celtica.

Le paludi, con le loro acque placide e gli strati di argilla, offrono rifugio a una ricchezza di specie. Questi ecosistemi unici, tra radure incantate e alberi secolari, catturano un’atmosfera enigmatica, come un oracolo che sussurra segreti nella brezza.

La forma ellittica del primo villaggio tradisce il concetto rigido di isolato urbano; alla fine la forma circolare ha prevalso, come del resto la logica policentrica è dominante in quasi tutti i centri urbani del nord Italia.

L’acqua, elemento vitale, accompagna Milano nella sua evoluzione. Dai suoi fiumi alle sue fontane, l’acqua fluisce attraverso la città, donando freschezza e vitalità alle sue strade.

Il codice ambientale della città di Milano altri non è se non l’acqua e la sua quercia. La storia della città non si fonde con la natura sarebbe uno stupido ed infantile ragionamento; i celti a partire da due querce si sono preoccupati di creare una buona simbiosi con il contesto forestale; il villaggio fu realizzato nel punto geologico meno problematico. Il più rialzato rispetto alle paludi circostanti. Fu una scelta tecnica della primo manipolo di abitatori celti, del luogo.

Oggi  riprodurre una palude in un giardino geometrico come è stato fatto nella zona Portello ritengo sia una  squallida apoptosi e bestemmia contro al poetica del giardino britannico, misura che doveva essere adottata ma che non è stata realizzata, a causa della totale assenza di un progetto organico sulla città.  Il sistema fagocita costsruito su Milano di recente è un contiuum mortale che insiste nella procedura urbanistico-tumorale che continua la sua metastasi di distruzione della città. Distruzione che cesserà entro i prossimi 50 anni.

Noi siamo qui per testimoniare il lento  ” urbanicidio” attivato da questi stolti. Dobbiamo fare un breve esame storico per poi concentraci sul salvataggio di alcune parti della città. Forse qualche isolati o a partire da un isolato, attivare le procedure anti-ossidanti.

 

c)   Milano medievale dalla distruzione della guerra gotica alla rinascita

( Guerra Gotica l’ha già scritta Procopio – mi raccomando )

  1. Introduzione al periodo medievale di Milano
  2. La transizione da Milano romana al periodo medievale
  3. Le mura difensive: Fortezze e protezione della città
  4. Le principali strade medievali e il loro ruolo nell’economia
  5. Gli edifici sacri: Chiese, cattedrali e monasteri
  6. Le famiglie dominanti: Poteri politici e dinastie
  7. La vita quotidiana a Milano nel Medioevo
  8. L’arte e l’architettura medievale a Milano
  9. Eventi significativi e cambiamenti storici nel periodo medievale
  10. Eredità del periodo medievale a Milano

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DOMANDE DOMINANTI:

  1. Quali sono le principali trasformazioni avvenute a Milano dopo la caduta dell’impero romano?
  2. Come sono state costruite e utilizzate le mura difensive di Milano nel Medioevo?
  3. Quali erano le principali strade medievali di Milano e qual era il loro scopo?
  4. Quali sono gli edifici sacri più importanti sopravvissuti al periodo medievale a Milano?
  5. Chi erano le famiglie dominanti a Milano durante il Medioevo e quali ruoli ricoprivano?
  6. Quali erano le condizioni di vita quotidiana a Milano nel periodo medievale?
  7. Quali sono gli esempi più significativi di arte e architettura medievale a Milano?
  8. Quali eventi storici hanno segnato il periodo medievale a Milano?
  9. Quali sono gli elementi dell’eredità medievale ancora visibili nella città di Milano oggi?
  10. Come ha influenzato il periodo medievale lo sviluppo socio-culturale di Milano nel corso dei secoli?

 

 

RIPASSO SULLA TRANSIZIONE TRA MILANO ROMANA E  PERIODO MEDIEVALE.

  1. Declino dell’Impero Romano:  Quello che  viene  definito  crollo dell’Impero Romano d’Occidente, da parte di storici-giornalisti  nel V secolo ebbe un impatto significativo su Milano?   le trasformazioni urbane furono iniziate già con l’editto di Costantino, di conseguenza il processo avviato dopo la “nascita” ufficiale del cristianesimo romano, fu evolutivo e molto poco sconvolgente.   Certamente l’amministrazione romana si indebolì, portando a una decentralizzazione del potere e ad un cambiamento nel modo in cui la città veniva gestita. Tuttavia tale decentralizzazione possiamo vederla come “cambio di potere” dedicato, a nuove “famiglie” dominanti e “nobili”, e in molti casi estremamente apparentate. La fase critica su Milano su ebbe sin dall’inizio del V secolo, con la  presenza di Attila ed i Goti di Teodorico che diedero del filo da torcere ad un certo Odoacre.  Le conseguenza più avanti fu la guerra gotica.
  2. Mutamento delle Mura: Durante il periodo romano, Milano era recintata da importanti costruzione murare dall’alto valore ingegneristico ed architettonico. Tuttavia,  durante la fase successiva definita dagli storico  periodo medievale, le strategie di difesa cambiarono. Cambiarono perché le tecnologie belliche erano più impattanti. Le mura romane subirono modifiche e vennero costruite nuove fortificazioni per far fronte alle minacce crescenti. – Interessanti dettagli in seguito –
  3. Trasformazioni Sociali ed Economiche: Con il passaggio al periodo medievale, Milano vide cambiamenti nelle dinamiche sociali ed economiche. Dobbiamo essere specifici. Quando Alboino fu costretto a scendere in l’Italia per fondare il Regno, decise di farlo a Pavia e non a Milano.  Milano venne distrutta durante il periodo di interregno nelle conflittualità tra  i Goti ( Teodato)  e Impero Romano d’oriente ( Bizantini di Belisario ) . Vedremo poi cosa portò Alboino a scendere in Italia e perché. Le mura vennero parzialmente rase al suolo, poi vennero costruite le mura medievali nella fase successiva alla guerra gotica ( Procopio 535-553 )  Milano  ebbe la peggio durante la prima fase della guerra gotica  e quasi  tutti i suoi abitanti di sesso maschile vennero uccisi e le donne consegnate ai Burgundi. Non risparmiarono vecchi e bambini tutti i maschi vennero massacrati la città totalmente bruciata e rimasero in piedi pochi tratti delle mura. Tuttavia la guerra gotica proseguiva e l’impero Romano d’Oriente ( impero bizantino) riconquistò la penisola italica tra il  561 ed il 562 d.c.  e Milano, secondo la Cronaca di Mario Aventicense, fu ricostruita per opera di Narsete.   

RIFLESSIONI SULLA FASE DI INTERREGNO

Sul piano urbanistico la fase  3 non ha alcun significato perché  sia i  Goti che i Longobardi che Narsete non hanno generato cambiamenti significativi nella costruzione delle città , erano solo  generali e militari che dovevano piazzare le loro famiglie dominanti sul territorio. Era una fase di guerra. Tuttavia è bene specificarla anche se sott’intesa. Ci sono fasi storiche che vengono sistematicamente saltate per ragioni di sintesi, specie se sono prive di significato sul piano della costruzione della città.

Nel definire la città di Milano, nella sua costruzione di una città , De Finetti, ha equipaggiato un trattato molto utile di cui esponiamo alcuni stralci che sintetizzano questa fase. Tali cenni storici e cenni storici riferiti alle altre città europee ci servono per capire che l’ isolato altro non è se non il villaggio primordiale. 

La permanenza di villaggi  primordiali e la loro riconoscibilità

La città è composta null’altro che da tanti piccoli villaggi primordiali collegati con le strade. Del resto tutti i video game si simulazione partono dal villaggio collegato con le strade. Ogni quartiere ogni isolato possiede le basi per essere sistematicamente specializzato in talune cose. L’equilibrio salta quando, il sistema governativo gestito da poche famiglie, vuole più di quello che è giusto che abbia, sbilanciando il comparto sociale, procurandone detrimento.

Ed ecco che dopo queste considerazioni storico politiche, possiamo concentrarci su quello che fu  realizzato a Milano tra quella che gli storici decodificano come “fine dell’impero”. Noi esaminiamo questa “fine dell’impero” sotto il profilo urbanistico” forse già avvenuta prima, nella prima fase del “cristianesimo”.  Poi spiegheremo nel dettaglio questo aspetto, che ritroviamo solo nel settore dell’urbanistica ed architettura.  Dopo che l’ultimo prefetto cittadino di Milano  l’Arcivescovo Onorato  ed il Vescovo, hanno governato la città e dopo che se ne sono andati,  abbiamo avuto un vuoto drammatico risolto solo dai Franchi.

 

Imperatore ed invasore Alboino

In rapida sintesi gli ultimi governanti della città di Milano sotto l’impero romano d’occidente e nella fase di transizione governata dall’impero romano d’oriente ( Bizantini) sono quelli che andiamo a esporre singolarmente con la loro specifica storiografia. Il governo delle città, era  delegato a prefetti ma dobbiamo coronare il controllo della città da parte di tutti gli attori dominanti, come l’imperatore, l’invasore Alboino e tutto il resto.

Dopo la ricostruzione di Milano ad opera del Patrizio Narsete, mandato dall’imperatore Giustino II Augusto nel 568, la città passò di mano ai Longobardi il 3 settembre 569 e venne strutturata  politicamente con la logica del Ducato che si è estesa in tutta la fase viscontea come modello di governo.  Fu nel ducato visconteo che abbiamo, una florida crescita economica della città fino al  Rinascimento di Leonardo da Vinci a Milano  e la magnifica fase  geniale creativa.  In città nel 568 d.c. governava l’arcivescovo Onorato. Durante l’invasione immigrante dei nomadi Longobardi, fuggi a Genova, portandosi dietro numerosi cittadini Milanesi, scortato da non si sa chi visto che le guarnigioni romane non esistevano più.

 

NOTABENE :

Esame della struttura imperiale italiana sull’impero d’occidente.

La struttura imperiale racchiudeva anche Milano e fu intatta fino alla presenza dell’imperatore Costantino, poi anche da Miliano, nel V secolo iniziava la mutazione dei poteri. Questo ci serve per avere un quadro generale e storico, per comprendere come la città si è stratificata nel tempo. L’importanza di questo ragionamento è calcolata sul fatto che, oggi noi troviamo delle società e dei professionisti che dominano il campo economico in città come Milano, ma non capiamo da dove arriva il loro potere. Allora forse se esaminassimo meglio gli eventi capiremmo, da dove arrivano certe discendenze e certi nomi.

Le   4 prefetture italiche – suddivise in quattro diocesi:

 

  1. A) Milano, Aquileja e Ravenna.
  2. B) Roma con dieci provincie e le città di Roma, Napoli e Siracusa.
  3. C) Illirio con sei provincie e la città di Salona.
  4. D) Africa con cinque provincie.

AFFINITA ELETTIVE TRA MILANO-AQUILEJA-RAVENNA – MORFOLOGIA- ( work in progress )

 

 

DIZIONARIO DELL’ARTICOLO

“DIOCESI”

Cosa era una diocesi relativa all’impero romano ?

https://www.treccani.it/vocabolario/diocesi/

dïòceṡi s. f. [dal gr. διοίκησις, propr. «amministrazione», der. di διοικέω «amministrare», passato in lat. nella forma dioecēsis]. – 1. Nell’antichità: a. Amministrazione, e più particolarm. amministrazione pubblica, in Atene e nell’Egitto tolemaico. b. Distretto amministrativo, negli stati dell’Asia ellenistica e, in età romana, nell’Asia Minore e in Africa. c. Dopo la riforma di Diocleziano, ciascuna delle dodici (più tardi quindici) ripartizioni dell’impero, comprendenti più province.

Etimologia e uso ambiguo del termine:

termine “diocesi” ha un’origine etimologica che risale all’antica Grecia. La parola “diocesi” deriva dal greco “dioikēsis”, composto da “dioikein” che significa “gestire” o “amministrare”, e il suffisso “-sis” che indica un’azione o uno stato.

Inizialmente, il termine “diocesi” era utilizzato nell’antica Grecia per indicare una divisione amministrativa del territorio, come una circoscrizione governativa o una regione amministrativa. Nel contesto dell’Impero romano, il termine “diocesi” venne adottato per indicare un’unità territoriale amministrativa più ampia rispetto alle province.

Sotto l’amministrazione diocesana dell’Impero romano, le prefetture erano suddivise in diverse diocesi. Queste diocesi, a loro volta, erano suddivise in province. Ogni diocesi era guidata da un funzionario noto come “vicario” o “comes” che rappresentava l’autorità dell’imperatore e supervisionava le questioni civili e amministrative della diocesi.

L’uso del termine “diocesi” nell’ambito dell’amministrazione imperiale rifletteva l’adozione di termini e strutture amministrative romane in continuità con le tradizioni greche. Nel corso del tempo, il termine “diocesi” fu successivamente adottato anche nell’ambito ecclesiastico per indicare una suddivisione territoriale dell’amministrazione ecclesiastica della Chiesa cattolica.

 

 

 

[ BOZZA …. 

Nel 476 … RIFERIMENTO CADUTA impero 

Considereremo in altri capitoli l’aspetto fiscale da cui le famiglie dominanti traevano risorse per le modifiche urbane. IN sintesi nulla di quello che di bello fu realizzato è stato gratis. Ha comportato una serie di defezioni, esclusioni, ingiustizie e prepotenze che poi vedremo ai danni di chi e come 

 

 

  1. Genesi e forma della Milano Medievale : un nuovo schema crono formante, per interpretare meglio i cambiamenti deve essere composto con rapida sintesi con l’aiuto di De Finetti.

 

NARSETE.  FINE BOZZA ] 

 

CENNI STORICI SULL’ISOLATO URBANO NELLE CITTA EUROPEE OTTOCENTESCHE PROLOGO.

Quando la nostra attenzione è rivolta verso la città, ne osserviamo  le strutture stratificate nel tempo, quando  guardiamo le mura di una torre di un castello e scopriamo i segni del sedime precedente, al sopralzo di altre mura, o semplicemente leggendo, il materiale più antico perché con colore che segnala il passaggio del tempo.

Le città europee, la storia della città europea, e la storia dell’Europa, o meglio  le città europee del Medioevo,   portano con sé la tracce formali di un idea di progetto, e l’ultima epoca che ha lasciato un’impronta significativa e stato l’ottocento ( XIX secolo ) .  Lo stesso schema formale si può riscontrare in   citta nelle storia degli stati uniti, come riportato dai saggisti dell’opera. Tuttavia, non voglio dare una lezione qui. Vorrei solo far comprendere come si organizza un nuovo isolato urbano. Lo facciamo perché temiamo che non sia stato compreso a fondo. L’organizzazione delle città potrebbe subire cambiamenti nel prossimo futuro.

Uno degli autorevoli esperti nello studio dell’isolato urbano è stato Rob Krier. Per mettere in luce le differenze, studiamo tre tipi distinti di isolati urbani europei, successivamente sei e infine nove. Tralasciamo le parti medievali delle città, nella fase successiva che convivono ancora con le porzioni più recenti. L’errore che gli urbanisti commettono è quello di considerare l’intera città come un tutto unico. In realtà, è necessario prestare attenzione anche al vuoto centrale e comprendere il suo ruolo e la sua importanza. Questo è stato anticipato e sottolineato da chi vi scrive durante una memorabile conferenza tenuta nel 2015 a La Spezia. È una conferenza che continua ad influenzare l’urbanistica mondiale, anche se gli stessi dati teorici che la sostengono non sono ancora stati pienamente riconosciuti. Dimostreremo tutto ciò quando  nel prossimo capitolo/articolo.

F) I 7  SEGRETI DELLA MILANO NEOCLASSICA ED OLTRE. 

  1. Il progetto del Teatro alla Scala del Piermarini  è diverso dalla realizzazione

La planimetria che vedete qui sotto, raffigurante il progetto a china del luglio del 1777, fatto con acquarello grigio, deriva da una pubblicazione:

Bibligrafia :  E. Filippini  ,1934; G DEANGELIS D’Ossat 1951 p 120 – G. Mezzanotte  1982 p 141.

Il palcoscenico è rappresentato con  sette grandi pilastri, e otto campate, difformemente  da come  fu costruito. Utilizzarono si il progetto del Piermarini, ma non fu realizzato come sul disegno. Lo stato di fatto dopo la cantierizzazione dovuta all’architetto Piermarini è diverso. Poi alla fine del 20 secolo inizio del 21° il progetto è stato modificato nuovamente dall’architetto post-moderno Mario Botta. Tra gli studi di ingegneria che parteciparono ai progetti, c’era anche l’ufficio per cui collaborava chi sta scrivendo questo articolo,  alla fine degli anni 90. Tra gli altri progetti di collaborazione dell’ufficio anche il  Palazzo Reale di Milano.

Ma ecco uno dei misteri della Milano Neoclassica. Il progetto del teatro alla scala fu diverso dalla sua realizzazione.  A sinistra trovate il progetto del Piermarini a destra un rilievo la cui mappa è stata individuata dall’architetto di una tesi della facoltà di architettura di Napoli, quindi documento credibile      L’esposizione architettonica del progetto su wikipedia è carente di disegni analitici, infatti la planimetria dello stato di fatto espressa da una incisione diversa dal progetto non è corrispondente con quello che viene definito  “spaccato per il lungo” in un disegno riportato anche li da incisione di Gaetano  Mercoli del 1789.

 

La mancanza di Pilastri in un disegno

Incisione della sezione che non corrisponde alla mappa, presente su wikipedia che indica, una planimetria sempre di Mercoli, ma che riporta un rilievo dello stato di fatto e non del progetto, che indica 6 pilastri cosi come era nella realtà e non 7 come era nel progetto del Piermarini. Nell’incisione di Mercoli inoltre manca un pezzo della mappa cosi come è assente nella sezione la porzione retrostante il palcoscenico. Un errore di “approssimazione” che per un opera architetturale di quel livello non può essere tollerata. Inoltre manca la mappa dell’attuale teatro che fu ristrutturata da Mario Botta alla fine del 20° secolo inizio del 21°. ( 2001-2004 ).

Perché esponiamo questa difformità? Esamineremo lo sviluppo della Milano ottocentesca, legata al piano regolatore dell’ingegnere Beruto per sviluppare un ragionamento sull’isolato urbano. Su come avrebbe dovuto essere e invece come fu fatto sulla spinta di altre ragioni, spesso di natura “economica” e di interesse “immobiliare”.

Gli errori di pseudo enciclopedie on line ( scritte da chi non ha sufficienti competenze storiche)

Nelle figure in basso, occorre capire come si guardano. Cosi come quando si legge occorre guardare tutto da sinistra a destra, cosa che non tutti capiscono specie chi scrive stupidaggini su pseudo enciclopedie. A sinistra vediamo il disegno di progetto dell’architetto Piermarini – Datazione Luglio 1777 – Palcoscenico rappresentato da 7 pilastri e 8 campate, difformemente da come fu costruito ( che è invece nel disegno a destra) compreso il concetto ?

Nel disegno a destra invece abbiamo la planimetria del teatro alla Scala cosi come fu costruito e risale ad un rilievo recente relativo ad una tesi quindi controllata dal Politecnico di Milano , università tra le più credibili del mondo dal punto di vista della esperienza di credibilità degli elementi.

 

 

teatro alla scala difformità di mappa progetto realizzazione
Teatro alla Scala – difformità tra mappa e realizzazione

Qui in basso l’errore rappresentato dalla ricerca di Wikipeida in cui la mappa non corrisponde allo spaccato.

la rappresentazione errata dello spaccato longitudinale tra mappa di progetto e sezione
la rappresentazione errata dello spaccato longitudinale tra mappa di progetto e sezione indicata su wikipedia –

 

 

 

 

2) ARCHITETTO PIERMARINI PALAZZO BELGIOJOSO – COSTRUITO SUL MODELLO DELLA REGGIA DI CASERTA. ( Segui nel prossimo articolo )

Intanto dove si trova il palazzo Belgiojoso e per quale motivo è presso che identico alla Reggia di Caserta. 

C’è una connessione tra Caserta e Milano e passa per due architetti – L’Architetto Piermarini e  L’architetto Vanvitelli. Vanvitelli era l’archietto della Reggia di Caserta e fu il Mentore di Piermarini, questo ha generato una continuità sul neoclassicismo di Milano dopo quello che era avvenuto a Caserta. In rapida sintesi ecco l’elenco delle opere di Vanvitelli.

Dopo il 1750 fino al 1760

  1. Reggia di Caserta (1752-1774) – Situata a Caserta, in Campania, la Reggia di Caserta è il capolavoro di Vanvitelli. Questo imponente palazzo reale con il suo vasto parco è considerato uno dei migliori esempi di architettura barocca in Italia.
  2. Palazzo Donn’Anna (1742-1743) – Situato a Napoli, Palazzo Donn’Anna è una residenza privata costruita per la nobildonna Anna Carafa. L’edificio è caratterizzato dalla sua posizione sul mare e dalla combinazione di elementi barocchi e rococò.
  3. Palazzo Reale di Napoli (1752-1754) – Vanvitelli partecipò alla ristrutturazione del Palazzo Reale di Napoli, una delle residenze reali più antiche d’Europa. Contribuì al progetto rinnovando la facciata principale e progettando gli appartamenti reali.
  4. Palazzo Caserta Vecchia (1751-1758) – Si trova nella città di Caserta Vecchia, nelle vicinanze della Reggia di Caserta. Vanvitelli lavorò a questo palazzo in stile barocco, che originariamente era destinato ad essere la residenza reale prima della costruzione della Reggia di Caserta.

Dopo il 1760

  1. Palazzo Berio (1762-1766) – Situato a Napoli, Palazzo Berio è un palazzo nobiliare progettato da Vanvitelli. L’edificio presenta una facciata imponente e una pianta quadrata con un cortile interno.
  2. Palazzo Doria d’Angri (1745-1750) – Questo palazzo nobiliare si trova a Napoli ed è un altro esempio dell’opera di Vanvitelli nella città. L’edificio è caratterizzato dalla sua facciata monumentale e dall’uso di elementi decorativi.
  3. Palazzo Carafa di Maddaloni (1742-1749) – Situato a Napoli, Palazzo Carafa di Maddaloni è un palazzo nobiliare che mostra l’influenza barocca nel lavoro di Vanvitelli. È noto per la sua facciata elaborata e il cortile interno.

 

MILANO NEOCLASSICA CORRELAZIONE TRA MILANO  E CASERTA – ARCHITETTO PIERMARINI E ARCHITETTO VANVITELLI – REGGIA DI CASERTA- PALAZZO BELGIOJOSO

L’elenco delle opere di Vanvitelli ci servirà più avanti per lavorare sul neoclassicismo; qui è elencata una serie di opere per evidenziare il fatto che Piermarini  fu “allievo” del Vanvitelli; su come perché, lo vedremo nella sezione storica. Ora lo scopo è vedere come il neoclassicismo ha inciso sulla città di Milano. Il palazzo Begiojoso di Milano incide sul centro antico di Milano , determinando una apertura regolare, sulla strada, generando una piazza. Qui l’isolato urbano è deformato e irregolare; questo sta ad indicare che l’isolato urbano  regolare su Milano , nasce nel XIX secolo, sebbene le configurazioni regolari del periodo Romano e le configurazioni di alcuni manufatti rinascimentali hanno determinato forme strutturali importanti sulla città.

Milano e le altre città.

esiste una forte correlazione tra Milano e Caserta esattamente su due edifici governati nella realizzazione con dati di scala diversi; la reggia di  Caserta possiede un prospetto della lunghezza di circa  260 metri, il prospetto del palazzo Belgiojoso che ha la medesima struttura architettonica ha una lunghezza di circa 90 metri quindi quasi un terzo della reggia di  Casterta.  In rapida sintesi, come e facile intuire, il palazzo di Belgiojoso a Milano è contenuto almeno 3 volte all’interno della reggia di Caserta che è per giunta intero, mentre il palazzo di Belgiojoso è solo una stecca, con altri elementi compositivi. Ristrutturare l’urbanistica di Milano coordinandosi con il palazzo Belgioioso..sarebbe una opera distopica ed utopica molto divertente. Abbiamo ipotizzato cosa sarebbe successo se si fosse dato avvio ad una ristrutturazione urbanistica e neoclassica sulla base di alcuni edifici, che in ogni caso possiedono una scala urbana di forte impatto. Palazzo di Belgiojoso , Il teatro alla Scala e Palazzo Reale di Milano.  Ne è venuto fuori un disegno curioso e suggestivo.

Identificazione palazzo di Belgioioso con la reggia di Caserta

Il motivo per cui palazzo Belgiojoso è identico alla Reggia di Caserta è presto detto. Il mistero si risolve in modo facile, andando solo a vedere le biografie dei due architetti, che sono entrati in contatto, perché  l’architetto Vanvitelli aveva bisogno di un progettista talentuoso per il lavoro sulla Reggia di Caserta e chiamò nella sua bottega l’architetto Piermarini, il quale fece tesoro degli insegnamenti di Vanvitelli progettando per conto  della famiglia Belgiojoso, una famiglia discendente dalla stirpe Carolingia dei Franchi, ( SACRO ROMANO IMPERO) succedutasi alla stirpe Merovingia, Franchi che occuparono Milano nella fase successiva alla migrazione dei Longobardi che a Milano non porto particolari novità architettoniche;  Alarico  di stirpe norrena e di cui alcuni studiosi indipendenti come quello di  Carpero ( un semiliogo-simbologo e studioso attendo di simboli e della sua storia) sospettano fosse  discendtende della  radix davidis, non ha determinato grandi cambiamenti su Milano se non la sua responasbilità sulla guerra gotica che distrusse interamente la città. Distruzione non effettuate invece su Roma.

Milano nel regno di Carlo Magno

Fu attraverso il regno di Carlo Magno che Milano tornò ad essere governata da chi era capace. I secoli bui su Milano ed altre città si ebbero con prove tangibili. Ad esempio Milano sarebbe dovuta essere governata da Conti e Vis-conti e da personaggi legati all’influenza data dal  Sacro Romano impero. Non ci sono fonti storiche chiare che chiariscono chi governasse Milano durante l’epoca carolingia, ovvero ci sono stati governanti sulla città ma solo con i Visconti la città si rese sufficientemente indipendente da logiche di dominio imperiali. Inoltre appaiono i VISCONTI Se ne trae una conseguenza logica secondo cui i VISCONTI furono la naturale conseguenza del disordine causato dai Longobardi e dai Carolingi. Esamineremo nel dettaglio , nella sezione storica questi aspetti con  maggiore precisione. Per ora ci serve solo una breve infarinatura generale, per arrivare al nostro obiettivo velocemente.

 

CARLO MAGNO SENZA IL DUCA DI MILANO

Durante il regno di Carlo Magno, il titolo di Duca di Milano non esisteva ancora. Durante l’epoca carolingia, l’amministrazione dei territori era organizzata principalmente attraverso la suddivisione in contee o marche, che erano governate da conti o marchesi nominati dall’imperatore.

La città di Milano era parte della Marca di Tuscia, che comprendeva ampie regioni dell’Italia settentrionale e centrale. Tuttavia, non è noto con precisione chi fosse il conte o il marchese responsabile della Marca di Tuscia o della città di Milano durante il regno di Carlo Magno. È importante evidenziare  che il governo dei territori carolingi era spesso soggetto a cambiamenti e riorganizzazioni, e gli incarichi di conte o marchese potevano variare nel corso degli anni. Inoltre, le fonti storiche dell’epoca carolingia sono limitate, e molte informazioni dettagliate potrebbero essere andate perse nel corso dei secoli.

Pertanto, non possiamo identificare con certezza chi fosse il duca o il conte di Milano durante il regno di Carlo Magno. Il titolo di Duca di Milano emerse più tardi, nel corso dei secoli successivi, durante il periodo dei Visconti e degli Sforza.

 

RIFLESSIONI STORICHE: LE MERAVIGLIE DEI “MEROVINGI”

Intrecciati tra leggende poco avvalorate da riscontri storici ma tuttavia affascinanti, i Merovingi suscitano un interesse che va oltre i limiti della storia ufficiale.

Una delle suggestioni più intriganti narra che i Merovingi possano discendere dalle tribù di Israele, dunque dalla stirpe di Davide, portando con sé il sangue reale destinato a plasmare regni europei, a partire dalla Francia. Tuttavia, le fonti ufficiali si rivelano scarse di dati concreti. L’origine etimologica del termine “Merovingi” si perde nell’incertezza, nutrendo dibattiti accesi tra gli studiosi. Mancando un accordo univoco sulla sua genealogia, varie teorie e ipotesi si contendono il campo.

Tra le ipotesi più plausibili, spicca quella che collega il termine “Merovingi” al nome di Meroveo, leggendario progenitore della dinastia. Secondo la leggenda, Meroveo nacque da un mostro marino o da un dio dei mari. Il suo nome potrebbe trarre origine da “Mer” o “Mere”, vocaboli che nella lingua franca, antica lingua dei Franchi, significano “mare”.

GIOACCHINO DA FIORE

Un’altra suggestione, derivata dall’esegesi di testi di Gioacchino da Fiore, emerge dall’opera di Carpeoro, studioso di simboli di ogni epoca, autore di una recente impresa editoriale monumentale  con la traduzione del libro “Naometria” di Simon Studio. Si narra che i Goti, inizialmente chiamati Tervingi, poi Dervingi, cambiarono il loro nome dopo aver sostituito una delle iniziali con la lettera M. Questa vicenda si lega alla località di Saintes-Marie-De-La-Mer, nella Francia meridionale, in Provenza.

Da “DERVINGI” a “MERVINGI”, ergo Merovingi: un’intreccio che sembra legare la dinastia dei Carolingi, da cui trae origine la famiglia di Belgiojoso, alla committenza di Piermarini su Milano.

Ipotesi bella ed affascinante  quella di Carpeoro che non si poteva non citare, non ho idea se fosse corrobara da dati storici che ancora non possiedo ma farò ricerche autonome di cui daro notizia. Non essendo uno storico, non bazzico negli archivi tutti i giorni ma , ho trovato qualcosa rovistando in alcuni antichi manoscritti e ve ne farò omaggio a breve.

Un’altra teoria suggerisce che il termine “Merovingi” potrebbe derivare da un vocabolo gallico o germanico indicante “grande” o “nobile”. In tal caso, il termine potrebbe essere interpretato come “gran signore” o “gran re”. Alcuni studiosi avanzano l’ipotesi che esso possa derivare da una combinazione di radici linguistiche diverse o essere stato influenzato da elementi mitologici o simbolici. Tuttavia, data la scarsità di fonti storiche dirette, l’origine precisa del termine “Merovingi” resta oggetto di dibattito e speculazione, pur essendo stato utilizzato per identificare la dinastia regnante dei Franchi durante l’era merovingia.

ORA OSSERVIAMO IL CONFRONTO GRAFICO DEI DUE SISTEMI URBANI E TERRITORIALI TRA MILANO E CASERTA. 

Isolati urbani in contesti antichi Milano
Milano contesto urbano nel centro città con la presenza di Palazzo di Belgiojoso – progettato da architetto Piermarini , allievo di Vanvitelli – Fronte di 90 metri lineari  inserito in un area molto antica di Milano nel 1777

 

Sotto troviamo al REGGIA DI CASERTA, la cui struttura architettonica è stata utilizzata per il progetto del Piermarini.

 

Schema 3d della reggia di Caserta
Architetto Vanvitelli Reggia di Caserta, modello di riferimento per il palazzo Belgiojoso a Milano del Piermarini

 

 

SAGGI SULLA TRAMA URBANA OTTOCENTESCA: RITROVI URBANISTICI NELL’IMPERO DI ROMA.

L’isolato urbano ottocentesco si configura come una tela in continua evoluzione durante il tumultuoso XIX secolo. In questo periodo, l’urbanistica sperimenta mutamenti epocali, rispondendo alle esigenze emergenti del contesto sociale, economico e tecnologico.

All’alba del XIX secolo, molte metropoli europee si trovano immerse in un labirinto urbano disorganico e caotico. Gli isolati si delineano irregolari nella forma e scomposti nelle dimensioni, con viuzze strette e tortuose. L’edilizia procede senza direttive, creando un mosaico urbano frammentato e privo di coesione.

Tuttavia, con l’avvento della rivoluzione industriale e il conseguente afflusso di popolazione nelle città, si fa pressante la necessità di un’urbanistica più razionale. Le metropoli abbracciano la pianificazione urbana come risposta al caos, adottando piani regolatori per orchestrare lo sviluppo urbano. Gli isolati vengono standardizzati nelle dimensioni e nella forma, promuovendo una circolazione più agevole per pedoni e veicoli.

Cenni sul piano Hausman di Parigi

Un esempio eloquente di questa metamorfosi è incarnato dal piano Haussmann per Parigi. Tra gli anni ’50 e ’60 del XIX secolo, il prefetto Georges-Eugène Haussmann sottopone la capitale a una vasta opera di ristrutturazione, demolendo vecchi quartieri per dar vita a spazi ampi e isolati regolari. Questa nuova concezione di isolato favorisce la mobilità, migliora le condizioni igieniche e agevola la sorveglianza da parte delle autorità.

Parallelamente, emerge il concetto di “isolato chiuso”, caratterizzato da uno spazio urbano cinto da edifici e accessibile solo tramite poche entrate. Questa tipologia mira a creare aree più intime e sicure all’interno delle città, proteggendo gli abitanti dal frastuono e dall’agitazione delle strade principali.

L’avvento di materiali e tecniche costruttive moderne, come l’acciaio e il cemento armato, agevola la realizzazione di edifici più alti negli isolati urbani ottocenteschi. Nascono così i primi grattacieli, ridefinendo lo skyline delle città e aumentando la densità abitativa degli isolati.

In sintesi, il XIX secolo assiste a una trasformazione sostanziale nella morfologia degli isolati urbani, passando da un’urbanistica caotica e disorganizzata a un approccio più razionale e pianificato. Strade più larghe, isolati regolari e una maggiore densità abitativa si impongono come risposta alle esigenze di una società in rapida evoluzione durante l’era industriale.

 

 

ISOLATO URBANO 800 LONDRA – ISOLATO URBANO 800 PARIGI – ISOLATO URBANO MILANO – ISOLATO URBANO BARCELLONA –

Prima delle riforme urbane-dopo le riforme urbane-

isolato urbano LOndra - Linea di Regent Street
isolato urbano Londra – Linea di Regent Street
Oxford Circus - Londra
Londra – isolati lungo Regent Street  ( Bozza in pre elaborazione ) –

E VILLA CONTEMPORANEA. 

Isolato urbano integrato con modifiche contemporanee su Milano.

[ bozza – costruzione e trasferimento su history.archiram.com ]

ISOLATO URBANO

L’isolato urbano ha mutato assetto a partire dalle  tracce delle centuriazioni romane che hanno influenzato la costruzione della città fino a proiettare nel futuro grattacieli occupanti il medesimo spazio. Passando per Idelfonso Cerdà e nell’ “orto piano” di NY, gli urbanisti gestiscono i cambiamenti su aree pianeggianti. Nuove possibilità  sono offerte da “Leorbat form architetture design house studio”.  Oggi l’ufficio opera in un area periferica proprio per risolvere alcuni problemi di “dissociazione” ambientale e degradazione contestuale. Un contesto che tollera alcuni elementi di degrado poi ne incentiva altri.

DEGRADO E VEDUTISMO

Una situazione sociale che tollera un minimo di degrado poi ne  incentiva altri, fino ad arrivare al totale degrado della situazione con  la distruzione del senso di unità e bellezza di specifici luoghi. In mostra da poco Bellotto e Canaletto che nel vedutismo, non esprimono  situazioni di consueto degrado. Nella città contemporanea, in totale decadimento, si attua il  tentativo di creare vedute per non distruggere il senso ancora prima di scaricarlo sul contesto.

L’OTTOCENTO MILANESE

Il cambiamento di matrice ottocentesca che ancora ha subito Milano di recente è raccapricciante; almeno in modifiche piccole o parziali, rimanendo nel disegno di un isolato, cerchiamo di tentare alcuni momenti di
cambiamento. In questo caso la parte “corner” prevede un terra commerciale e qualche appartamento ai livelli superiori, ospitando anche un cortile.

LIBRI ED ACCADEMIE

Un testo interessante scritto qualche anno fa era “isolato urbano e città contemporanea”, in cui l’analisi diventa progetto. In questo caso alcuni elementi come i muri e le proporzioni tra le masse riprendono alcuni caratteri
della Milano degli anni 70 e della Milano “storica”. Altro testo interessante su cui ragionare è :” Le variazioni dell’identità” di  Carlos Martì Arìs, dove il tipo edilizio viene scombinato attraverso le mutazioni dell’identità. Una riflessione molto interessante nel testo dice: “forma come portatrice di senso”.

ANTICHITA’ CRITICHE

Uno dei primi esempi di villa urbana è antico come Milano, basta andare a ridosso del museo archeologico per accorgersi dei resti della villa imperiale. Alcune ville urbane prendono un intero isolato, se per isolato si intende ciò che è delimitato  dalle strade di accesso urbano ed alcune sono in blocchi di quartiere.  Nel nostro   caso proponiamo una ricostruzione d’angolo o la creazione di un nuovo isolato a  partire da questo innesto. La proposta “tipo” è legata all’intreccio volumetrico a tripla altezza con basamento commerciale ( creazione di un locale o negozio-boutique).

 

 

FONTI :[  bozza ]

https://it.wikipedia.org/wiki/Regent_Street

Antonio Ferraiuolo. Da Costantino a Odoacre Vol. 8: Cause della decadenza e rovina dell’Impero Romano (Italian Edition) (p. 6). Passerino Editore. Kindle Edition.

https://www.treccani.it/vocabolario/diocesi/

http://www.fedoa.unina.it/3169/1/TesiDottorato_AngelaVasta.pdf

 

 

 

NOTA BENE SU ODOACRE.  [ VOCE ABBOZZATA ]

spezzare conteggio paroel 2500 dividere in due articoli  connettere con pagina e modulo storico history.archiram.com

 

Bibliografia ragionata :

https://www.treccani.it/enciclopedia/centuriatori-di-magdeburgo_(Enciclopedia-Italiana)/

Romanzi  correlati con le tematiche  – post medievali e pre – medievali-

Parallelismi tra Milano e Magdeburgo:

 

Riferimenti alla storia del “cristianesimo”-

Le centuriazioni di Magdeburgo:

https://amzn.to/49NwaG0

 

 

 

 

 

 

 

 

we furbacchione non scopiazzare le mie pagine furbastro

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