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PROGETTO HIDROGEN-CITY-ZERO-IMPACT (r) PROGETTO ARCHITETURA-BIO-FOTONICA(r) |
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per info progetti@archiram.net |
New Post : Differenza tra bio town e biodiesel informazione lampo sulle farm markets. |
Oggi la palma del fattore I fattore IMBECILLE lo diamo
a coloro che
fruendo di mezzi di comunicazione trasmettono emerite STRONZATE
planetarie
, affermando che la responsabilità del rialzo del prezzo dei
generi
alimentari e quindi per conseguenza la messa a rischio per fame di
migliaia
di persone sia dovuto al proliferare di Biocarburanti allorquando, se
ne
utilizza in quantità elevata producendo speculazione.
Fermo restanto che ci possa essere un aumento del
prezzo, tale fattore
è ingiustificato, ecco il mio rapporto : Ho utilizzato il costo del menu’ di mc Donald per semplificare e perchè basta una sola porzione di menu mc donald di proteine vitamine ecc. per sfamare una persona per un anno. Lasciamo perdere che solo carne fa male perchè ci sono menu Mc donald anche di sola insalata. Il riferimento è puramente statistico perchè il prezzo del menu di mc donald è simile in tutto il mondo. Il Costo di un aereo militare stealth b è di 2 miliardi e 100 milioni di dollari 1 panino menu di mc donald= 5 dollari 2100000000 dividiamo 2 miliardi di dollari e rotti per 1825 euro ed
esce fuori
una popolazione di 1 150 684 persone che mangiano per un anno !!! LA TABELLA SCHEMATICA che ho elaborato in exel ma semplicemente riducendo le spese belliche. quindi il fatto che i bio-carburanti stiano mettendo in
difficoltà
alcune diverse migliaia di persone nel continente africano,è
un
falso FLASH LINK SULLE FARM MARKETS http://www.farmermarket.com/
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Sei il sindaco di una città di 1000-2000-3000 abitanti? e vuoi un progetto di bio-town?, noi te lo prepariamo in una settimana. |
In cosa consiste il progetto di Bio-town? ; La bio-town è un concept che si definisce, per il fatto che la città intera viene "riprogettata" a partire da una configurazione semplice. Si punta il compasso al centro della città si traccia un raggio che varia da 100 metri ad un chilometro; entro quel raggio non devono esserci a) Supermercati Entro quel raggio devono
esserci:
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Esempio di progetto |
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LInk amici http://www.lifegate.it |
http://www.itabia.it/web/index.htm |
http://www.architetturaorganica.org |
Ho sentito dire da alcuni idioti, che l'aumento del
prezzo del pane
è relativo all'aumento del petrolio; calcolando che le
bio-town
sarebbero solo relative al bio-diesel; nulla di più
imbecille. Se è VERO che TUTTE LE MERCI SI TRASPORTANO CON IL PETROLIO! PERCHè INVECE I COMPUTER REGISTRANO UN DECREMENTO DEI PREZZI? Un progetto di Bio-town non è relativo all'installazione di bio-combustibili, ma è relativo alla eliminazione di ciò che è nocivo per l'ambiente, installando meccanismi di riutilizzo di superfici e di tecniche industriali per il riuso di materia; inoltre il 90% delle biomasse deriva da Alberi morti di morte naturale e non tagliati appositamente; e da stoppie di bosco la cui pulizia, riduce gli incendi. Vi siete mai chiesti quale è la causa degli incendi in Europa e nel mondo? per quale motivo aumentano proprio in questo periodo gli incendi? Inoltre il processo di progettazione di bio-town sarebbe
relativo alle
città stesse, e si organizzerebbe attorno ai numerosi
piccoli centri
che l'Italia e l'Europa possiede. La progettazione di bio-town non deve essere confusa con
le menzogne
che sento dire La documentazione che segue ancora " fresca" di copia-incolla procura già una idea dei dati ufficiali delle varie organizzazioni che stanno pianificando una seria progettazione su questo versante. La presenza stessa di bio-energia
può intrudurre "mezzi"
a conduzione elettrica tali che I centri commerciali ed i negozi, per
risparmiare aquisteranno
quindi il prodotto grezzo da tali aziende perchè costa e
costerà
meno; anche un bambino di quarta elementare ha capito Chi non deve comprare energia ma la produce
potrà dare prodotti
a prezzi molto bassi e fare una buona concorrenza sul mercato; ci
potranno
essere coloro che fanno i furbi? |
Da alcuni di questi siti ho tratto della documentazione che è in fase di rielaborazione con dati successivi e calcoli opportuni sui territori in cui si propone il progetto . Qui ne propongo alcuni spezzoni , che daranno vita ad un dossier rielaborato anche con cose assolutamente nuove. |
Le fonti di energia da biomassa sono costituite dalle
sostanze di origine
animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come
combustibili
per la produzione di energia. Alcune fonti come la legna non
necessitano
di subire trattamenti altre come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani
devono essere processate in un digestore.
Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità superiori al fabbisogno, si può ricavare l'etanolo o alcool etilico che può essere utilizzato come combustibile per i motori a scoppio, in sostituzione della benzina. Dalle oleaginose (quali girasole, colza, soia) si può ottenere per spremitura il cosiddetto biodiesel. Tramite opportuno procedimento è inoltre possibile trasformare le biomasse di qualsiasi natura in BTL (Biomass to liquid), un biodiesel ottenuto appunto da materiale organico di scarto o prodotto appositamente con colture dedicate. Lo sfruttamento di nessuna di queste fonti
può comunque prescindere
da valutazioni sull'EROEI complessivo, ossia sul rapporto tra energia
ottenuta
ed energia impiegata nella produzione. EROEI è un acronimo inglese che sta per
Energy Returned On Energy
Invested (o Energy Return On Energy Investment), ovvero "energia
ricavata
su energia consumata"; tale parametro indica precisamente la resa
energetica,
un rapporto tra l’energia ottenibile da un prodotto e
l’energia spesa per
la sua lavorazione. Un processo è energeticamente
conveniente se
presenta un valore di EROEI maggiore di 1; se il suo valore
è minore
di 1 vuol dire che si spende più energia di quanta se ne
possa ricavare.
In alcuni casi l’energia restituita, anche se minore di
quella impiegata,
può offrire particolari utilità. Con questo
ausilio teorico
è possibile comparare efficamente processi diversissimi fra
loro,
quasi ogni attività umana: dalla semplice legna da ardere
alle componenti
di un pannello solare, che richiedono un considerevole investimento in
energia "congelata" per la loro produzione, e si rivela fondamentale
nell'operare
una scelta fra le diverse fonti energetiche. Si noti anche che
l’EROEI
si ottiene dal rapporto di quantità di energia messe in
gioco anche
in tempi diversi, e la sua rilevanza dipende dal tasso di sconto
assunto
per l’energia investita. L'esempio più classico è quello
del petrolio: in questo
caso l'EROEI sarà pari all'energia resa da un barile di
petrolio
fratto l'energia necessaria per ottenere la stessa quantità
di petrolio
(le indagini geologiche, la trivellazione, l'estrazione ed il
trasporto).
Agli inizi dell'era petrolifera questo rapporto era ovviamente molto
favorevole,
con un EROEI di circa 100: l'energia impiegata per estrarre 100 barili
di petrolio era pari ad 1 solo barile. Andando avanti con gli anni si
è
passati allo sfruttamento di giacimenti via via più isolati,
piccoli
e difficili da raggiungere, tutte circostanze che contribuiscono a
diminuire
l'EROEI del petrolio: difatti il processo è conveniente e
razionale
fintanto che l'energia fornita dal barile di petrolio è
superiore
a quella richiesta per estrarlo: una volta che l'EROEI diventa pari ad
1 o minore di 1 non è più conveniente estrarlo e
l'attività
diventa svantaggiosa energeticamente ed economicamente (salvo sussidi).
È per questa ragione che molti studiosi hanno ipotizzato che
l'umanità
non consumerà la totalità del petrolio
disponibile nel sottosuolo,
ma una quantità considerevole resterà comunque
intatta perché
l'industria petrolifera non avrà l'interesse economico ed
energetico
ad estrarlo, almeno per quanto riguarda i suoi impieghi tradizionali di
combustibile EROEI largamente positivo EROEI certamente positivo Stime dell'EROEI molto divergenti Nucleare da meno di 1 a 60-100 EROEI potenzialmente minore di 1 1. abbattimento di piante già morte senza
intaccare alberi vivi Un uso diffuso delle biomasse (segatura delle locali segherie ed anche prodotte da ceppato di legni di scarso valore commerciale) lo si ha negli impianti di teleriscaldamento, diffusi particolarmente in Val Pusteria. L'abbondanza della materie prime e il lungo periodo invernale favoriscono tale utilizzo. Alcuni impianti, come quello di Dobbiaco, producono anche energia termoelettrica. Sono presenti anche alcune altre piccole centrali al
Nord Italia; presto
sorgerà anche nel Mezzogiorno, nel Polo Industriale del
Dittaino,
a Enna, la prima centrale di questo genere. Essa garantisce energia
economica
alle imprese e ai civili 1. Biodiesel S'intende per biomassa ogni sostanza organica derivante direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana. Mediante questo processo, le piante assorbono dall'ambiente circostante anidride carbonica (CO2) e acqua, che vengono trasformate, con l'apporto dell'energia solare e di sostanze nutrienti presenti nel terreno, in materiale organico utile alla crescita della pianta. In questo modo vengono fissate complessivamente circa 2×1011 tonnellate di carbonio all'anno, con un contenuto energetico equivalente a 70 miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte l'attuale fabbisogno energetico mondiale. Biocombustibili I biocombustibili sono, invece, combustibili solidi,
liquidi o gassosi
derivati direttamente dalle biomasse (es. legna da ardere), od ottenuti
a seguito di un processo di trasformazione strutturale del materiale
organico.
Tra i principali annoveriamo: bioetanolo cippato pellets biogas La bioenergia, infine, è qualsiasi forma di
energia utile ottenuta
dai biocombustibili. La biomassa rappresenta la più
consistente
tra le fonti di energia rinnovabile anche se esistono molteplici
difficoltà
di impiego dovute all’ampiezza e all’articolazione
delle fasi che costituiscono
le singole filier La valorizzazione delle biomasse, quando è inserita e organizzata in un contesto di filiera ed efficiente valorizzazione di tutte le sue componenti, consente notevoli benefici di tipo ambientale e socio economico sia a livello locale e territoriale che planetario. Ad esempio, l’uso energetico delle biomasse vegetali è considerato uno dei più efficienti sistemi per ridurre le emissioni di gas serra (come previsto dagli accordi di Kyoto del 1998), in quanto la CO2 emessa durante la produzione di energia dalle biomasse è pari a quella assorbita durante la crescita delle piante, mentre i combustibili fossili utilizzati emettono CO2 che si accumula nell’ambiente. Un altro importante contributo allo sviluppo sostenibile può derivare da un incremento dell’uso del legno e derivati in sostituzione di altri materiali il cui impiego risulti più "costoso" sia energeticamente che ambientalmente, sfruttandone il ruolo di "sequestratore" di CO2 e la sua versatilità come materia prima; il tutto in un contesto di salvaguardia e miglioramento del sistema forestale. La materia organica fotosintetica, opportunamente
trasformata, può
avere molteplici impieghi: Fertilizzanti o ammendanti per i terreni agrari; ; Prodotti per l'industria (lubrificanti, solventi, plastiche biodegradabili, additivi vari, ecc.); Conversione in energia termica e/o elettrica e
produzione di biocombustibili
solidi (es. pellets) o liquidi (es. biodiesel, bioetanolo, ecc.). Materiale derivante dalle diverse fasi produttive e distributive del sistema foresta-legno; Residui e scarti della produzione agricola e zootecnica, della lavorazione agro-industriale, della commercializzazione dei prodotti; Frazioni organiche (umida e secca) dei rifiuti civili ed
industriali. Le tecnologie per ottenere energia dai vari tipi di
biomasse sono naturalmente
diversi e diversi sono anche i prodotti energetici che si ottengono. Ad
esempio, se un materiale ha molto carbonio (C) e poca acqua (H2O),
è
adatto per essere bruciato per ottenere calore o
elettricità; se,
viceversa, ha molto azoto (N) ed è molto umido,
può essere
sottoposto ad un processo biochimico che trasforma le molecole
organiche
in metano ed anidride carbonica. Infine, combustibili liquidi adatti ad
essere utilizzati nei motori a benzina o diesel possono essere ottenuti
a partire da particolari specie vegetali. I processi di conversione termochimica sono basati
sull'azione del calore
che permette le reazioni chimiche necessarie a trasformare la materia
in
energia e sono utilizzabili per i prodotti ed i residui cellulosici e
legnosi
in cui il rapporto C/N abbia valori superiori a 30 ed il contenuto di
umidità
non superi il 30%. Le biomasse più adatte a subire processi
di conversione
termochimica sono la legna e tutti i suoi derivati (segatura, trucioli,
ecc.), i più comuni sottoprodotti colturali di tipo
ligno-cellulosico
(paglia di cereali, residui di potatura della vite e dei fruttiferi,
ecc.)
e taluni scarti di lavorazione (lolla, pula, gusci, noccioli, ecc.). Il biodiesel è fonte di energia rinnovabile
ottenuta dagli oli
vegetali di colza e girasole, con proprietà e prestazioni
simili
a quelle del gasolio minerale (vedi tabella). Caratteristiche
distintive
sono l’assenza di zolfo, di composti aromatici, la riduzione
del particolato
fine (PM10) e, infine, la riduzione dei gas a effetto serra,
quantificabile
nel risparmio di 2,5 tonnellate di anidride carbonica per ogni
tonnellata
di gasolio sostituita. Il biodiesel presenta inoltre elevata
biodegradabilità. L'etanolo può essere prodotto per via chimica
con sintesi a partire
da fonte fossile o per via fermentativa a partire da biomasse. Questa
seconda
via porta alla produzione del cosiddetto bioetanolo. Le materie prime per la produzione di etanolo possono
essere racchiuse
nelle seguenti classi: Residui di coltivazioni forestali; Eccedenze agricole temporanee ed occasionali; Residui di lavorazione delle industrie agrarie e agro - alimentari; Coltivazioni ad hoc; Rifiuti urbani. Materiali amidacei: sostanze ricche di amido come il grano, il mais, l'orzo, il sorgo da granella, la patata. Materiali lignocellulosici: sostanze ricche di cellulosa
come la paglia,
lo stocco del mais, gli scarti legnosi, ecc. La produzione di energia a partire da fonti rinnovabili ha un impatto ambientale limitato. In particolare, il contributo all'effetto serra è estremamente ridotto: le emissioni di CO2 legate agli stadi dei processi di conversione sono quasi totalmente bilanciate dal consumo di CO2 necessario alla crescita della biomassa utilizzata come fonte di energia http://unfccc.int/2860.php
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