Chicago

LA SCUOLA DI CHICAGO

LA SCUOLA DI CHICAGO –  una fonte di conoscenza architetturale .

La scuola di Chicago non è stato un movimento  artistico architettonico, ma un modo di pensare legato a de categorie portanti la concezione dell’urbanistica moderna. La sociologia  urbana e rurale, l’economia,  Architettura ed Urbanistica. Ci occuperemo in 10 articoli attivati nel 2017 e riediti  oggi nel 2023 e completamente rifatti nella loro consapevolezza e completezza.

La scuola di Chicago viene definito “movimento architettonico” da enciclopedie on line. Sebbene lo sia stato sul piano oggettivo, sul piano della soggettività e crescita dell’individuo è stata una scuola, dinamica, di vita. Il concetto di Scuola di Chicago ha influito sul modo di concepire le città dal 1871 al 1922. La svolta si ebbe dopo il grande incendio di Chicago. Una metropoli di legno, non avrebbe avuto alcun futuro. Il cambio di paradigma paragonabile all’incendio di Londra di qualche  anno prima, era inevitabile.

Questo disastro ha presentato agli architetti una nuova opportunità di creare una città completamente nuova, utilizzando nuove tecnologie e materiali, e con un’attenzione particolare alla funzionalità.

Due figure di spicco della Scuola di Chicago sono stati Louis Sullivan e Frank Lloyd Wright. Sullivan è stato uno dei primi architetti ad adottare il nuovo  linguaggio architettonico, legato al concetto di “decorazione integrale”.  L’uso di ghisa acciaio e ferro e l’attivazione del processo di industrializzazione dell’architettura ed ingegneria fecero il resto. La nascita di magazzini commerciali ( i primi centri commerciali al mondo) che avevano bisogno di attirare le persone seducendole con il buon disegno delle facciate, sanciva la nuova epoca e l’accesso al ventesimo secolo. In rapida sintesi Sullivan pensava alla verticalizzazione e di li a poco ci si avviava verso la costruzione di grattacieli. Frank Lloyd Wright pensava invece alla linea orizzontale, ed il corretto rapporto con la terra. L’incontro tra i due fu  catalizzatore di eventi.

La scuola di Chicago non era solo acciaio e cemento armato era anche il primo costruttivismo. Wright elaborando progetti delle case private dei clienti di Sullivan alla sera di nascosto si era costruito una nicchia clienti che Sullivan si era dimenticato, perché concentratosi su altro. Wright cresceva e Sullivan soccombeva. Nessuno ha eguagliato e superato  Wright negli anni successivi alla sua ultima abitazione ( Gordon house presso Portland) noi oggi vediamo profonde imitazioni del lavoro di Wright interpretato come “stile” ma non era stile, forse potremmo definirlo maniera, e linguaggio organico. Le case di Wright furono la totale devoluzione dello stile coloniale della ranch house di cui si mantenne solo il fatto che erano costruite su un piano solo.

Ogni casa di Wright fu diversa perché diversa era la persona che la abitava. Fare case tutte con lo stile Falling Water non ha alcun senso.  Un libro di grande portata culturale fu quello di Giovanni Denti sulla  Scuola di Chicago, redatto da A linea editrice LA STESSA casa editrice legata ad  un mio saggio presente in un trattato conferenza di architettura tenutasi nel 2015.  Firenze 1987.

La prima cosa che appare in quel libro è l’immagine di  Toro Seduto  In lingua dei nativi americani, il nome di Toro Seduto era “Tatanka Iyotake” in lingua Lakota, una delle lingue parlate dalla tribù Sioux. Tatanka Yotake, era capo  degli Hukpapa Sioux e fu assassinato a Wounded  Knee. Questo per dire che la crescita di una città come Chicago fu a detrimenti e distruzione di una civiltà quella dei Nativi. Quasi nessuna enciclopedia on line definisce la scuola di Chicago come fase di passaggio della cultura Sioux alla cultura anglosassone coloniale di occupazione dei territori. Il 29 dicembre 1890 con l’ultimo massacro si completo la totale cancellazione della loro cultura.  Un debito quello di chi ha redatto il testo che doveva essere esposto.

L’analisi sulla scuola di Chicago parte dall’aspetto fondamentale della conoscenza degli effetti della rivoluzione industriale, che produceva i primi automatismi e produzione tecnologica con cambi di scala globale. Fu la seconda Chicago ad essere il prodotto della rivoluzione industriale non certamente quella bruciata nel grande incendio.

Ponendo il problema della necessità di un approccio di tipo razionale
nell’architettura, Violet-Le-Duc aveva in realtà posto le basi per l’affrancamento dallo storicismo, pur restando personalmente incapace di portare fino alle ultime conseguenze i propri presupposti teorici. A suo avviso la logica costruttiva di un edificio è insita nei materiali impiegati e di conseguenza la distribuzione dei carichi va studiata secondo questa logica. Applicando questa concezione al grattacielo a struttura d’acciaio, ciò significa che l’edificio deve essere pensato, a partire dalla sua struttura che non deve essere nascosta. “

Op citata –  CHICAGO 1871-1922 – Giovanni Denti 1987 – Edizioni A-LINEA.

G.D. Mette in evidenza l’importanza delle  teorie di Le-Duc che incidono su specifici caratteri della “Scuola di Chicago” sul piano architetturale, tra cui  L’EVIDENZA STRUTTURALE 

 

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